Italia: un bilancio da record ai Mondiali di Torun

18 medaglie complessive per l’Italia in Polonia. Sugli scudi sciabola e spada. Bene i Cadetti. Il bilancio azzurro.

 

Diciotto medaglie complessive, un saldo di +5 rispetto a Verona, quattro titoli del Mondo e tante certezze a fronte di pochissime delusioni. Il day after dei Campionati Mondiali Cadetti e Giovani di Torun non può che essere all’insegna del segno più in Casa Italia, che chiude anche con la vittoria della classifica per Nazioni. Ma cosa ha raccontato, più nel dettaglio, questa kermesse iridata? Abbiamo provato a fare un’analisi per punti.

Numeri

Partiamo dal livello base, ovvero quello dei numeri: 4 ori, 6 argenti, 8 bronzi è il bottino finale dei dieci giorni di gare. E se purtroppo il minor numero di ori lancia la Russia in testa al medagliere finale sebbene abbia ottenuto la metà esatta dei metalli complessivi italiani, per la delegazione azzurra rimane il primato quantitativo di medaglie, ma soprattutto un nuovo record che manda in pensione quello precedente attestato a quota 17 fatto segnare in due occasioni, Amman 2011 e Bourges 2016. Più nel dettaglio, questa la suddivisione delle medaglie:

OriLorenzo Roma (sciabola maschile Giovani), Sciabola maschile squadre Giovani (Luca Fioretto, Michele Gallo, Giacomo Mignuzzi, Lorenzo Roma), Federica Isola (spada femminile Giovani), Enrico Piatti (spada maschile Cadetti)

ArgentiGiorgio Marciano (sciabola maschile Cadetti), Martina Favaretto (fioretto femminile Giovani), Gaia Traditi (spada femminile Giovani), Davide Di Veroli (spada maschile Giovani), Dario Remondini (spada maschile Cadetti), Gaia Caforio (spada femminile Cadetti)

Bronzi – Giacomo Mignuzzi (sciabola maschile Giovani), Benedetta Taricco (sciabola femminile Giovani), Benedetta Fusetti (sciabola femminile Cadetti), Sciabola femminile squadre Giovani (Giulia Arpino, Chiara Pagano Fusco, Claudia Rotili, Benedetta Taricco), Margherita Lorenzi (fioretto femminile Cadetti), Giuseppe Franzoni (fioretto maschile Cadetti), Fioretto maschile squadre Giovani (Alessio Di Tommaso, Tommaso Marini, Alessandro Stella, Pietro Velluti),  Gianpaolo Buzzacchino (spada maschile Giovani)

Garanzia di futuro

Il dato che più salta all’occhio, osservando il medagliere, riguarda la categoria Cadetti, che hanno messo a referto 7 medaglie complessive. I bei risultati ottenuti a Foggia, quindi, sono stati poi confermati se non migliorati a livello iridato. La doppietta firmata da Piatti e Remondini, inoltre, ha ribadito la superiorità azzurra sulla spada maschile, con l’Italia peraltro andata vicinissima a bissare la tripletta dello scorso anno. Una bella notizia per l’Italia, che si appresta a un massiccio ricambio all’interno delle squadre dopo la fine del ciclo nelle giovanili di tanti protagonisti degli ultimi anni.

Il medagliere Cadetti

NAZIONE TOTALE
Ungheria 2 0 1 3
ITALIA 1 3 3 7
Usa 1 1 2 4
Russia 1 0 2 3
Ucraina 1 0 0 1
Corea del Sud 0 1 1 2
Francia 0 1 0 1
Polonia 0 0 1 1
Cina 0 0 1 1
Finlandia 0 0 1 1

Italia regina di Coppa

Non solo tante medaglie, ma anche e soprattutto le vittorie nelle classifiche finali di Coppa del Mondo. Se vogliamo, la miglior certificazione del valore dei Giovani azzurri, capaci di mantenere nel corso della stagione un rendimento costante ai piani alti. Quattro titoli individuali – Martina Favaretto, Federica Isola, Davide Di Veroli e Lorenzo Roma, con la sciabola femminile andata a Yoana Ilieva e il fioretto maschile a Mohamed Hamza – e i due a squadre delle fiorettiste e degli sciabolatori.

Il medagliere Giovani 

NAZIONE TOTALE
Rusia 4 3 0 7
ITALIA 3 3 5 11
Francia 2 1 1 4
Ungheria 2 0 0 2
Usa 1 1 3 5
Giappone 0 1 2 3
Messico 0 1 0 1
Romania 0 1 0 1
Germania 0 1 0 1
Corea del Sud 0 0 3 3
Bulgaria 0 0 1 1
Egitto 0 0 1 1
Azerbaijan 0 0 1 1
Svizzera 0 0 1 1

Sciabola e spada sugli scudi

A portare il grosso del bottino finale italiano sono state la sciabola e la spada con 7 medaglie a testa, mentre il fioretto si ferma a quota 4. Nessun oro per quest’ultimo settore, che ha dovuto però fare i conti con l’infortunio di Serena Rossini, che ha tolto una carta di grande peso al mazzo sia per la gara individuale sia per quella a squadre, e con i tanti derby ai quarti di finale che hanno impedito un gruzzolo più consistente. Resta, però, la delusione per la prova individuale maschile, con nessun italiano in finale a otto: spicca soprattutto l’eliminazione di Tommaso Marini, che dopo la grande stagione di Coppa del Mondo e il podio a livello assoluto nel Grand Prix di Anaheim, si presentava con il ruolo del favorito per l’oro. Per lui, pronto riscatto nella prova a squadre, trascinando i compagni alla medaglia di bronzo.

Come detto, la parte del leone lo hanno fatto sciabola e spada, che insieme assommano il 50% del medagliere complessivo azzurro. Ecco, questa speciale classifica nella classifica, se proprio vogliamo fare un giochino, se la aggiudica l’arma guidata da Sandro Cuomo, capace in due occasioni di portare due atleti a giocarsi la finalissima (e nella spada maschile Giovani sono comunque arrivati a medaglia due atleti), mentre è comunque parità assoluta per quanto riguarda le medaglie d’oro. Anche nella spada però non sono mancati i motivi di rammarico, soprattutto nelle prove a squadre. Un doppio quinto posto che, seppur con sfumature diverse – i ragazzi non hanno potuto contare sull’apporto di Davide Di Veroli, acciaccato dopo la prova individuale mentre le ragazze sono sorprendentemente uscite di scena ai quarti per mano del pur valido quartetto elvetico – lasciano non poco amaro in bocca.

Twitter: agenna85

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Fotografia Augusto Bizzi