Era l’arma che destava maggiori interrogativi, e quella chiamata (col fioretto maschile) a inaugurare la stagione di Coppa del Mondo. La spada italiana rientra da Doha con qualche motivo per alimentare un cauto ottimismo in un futuro che sia migliore del recente passato. Iniziare la stagione con un podio (il secondo posto di Enrico Garozzo nell’individuale maschile) e una finale a otto (quella di Rossella Fiamingo nella prova femminile) non è affatto male, ma restano due acuti all’interno di un coro che nel complesso, comunque, continua a stonare.
Non possono soddisfare le eliminazioni nel turno dei 64 di Paolo Pizzo, Gabriele Bino, Marco Fichera e Andrea Santarelli. Discorso analogo per l’uscita di scena nelle qualificazioni di Matteo Tagliariol. Eppure, se si guarda al di là dei meri risultati, c’è ragione di sperare in una buona stagione. Tagliariol ha appena ripreso ad allenarsi, dopo l’operazione alla mano, e ha beccato un accoppiamento sfortunato contro il francese Yannick Borel. Santarelli e Bino avrebbero avuto bisogno di un’impresa per avere la meglio di avversari come il campione olimpico Limardo e il fuoriclasse francese Robeiri. Fichera, come Santarelli, è appena uscito dalla categoria under 20, e ha probabilmente bisogno di qualche gara di assestamento (e comunque aveva dato segnali incoraggianti centrando l’accesso al tabellone dei 64 con un ottimo girone).
Al femminile è andata un po’ meglio: tre atlete uscite nelle 32, quattro nelle 64. Tutte eliminate da avversarie fortissime. Fa male, invece, molto male, l’eliminazione agli ottavi di finale nella prova a squadre. Perché la Svezia non è imbattibile, perché Samuelsson, Bergdahl e Gars sono numero 28, 40 e 50 al mondo, perché un quartetto composto da Del Carretto, Navarria, Fiamingo e Quondamcarlo può e deve ambire a stare tra i primi quattro al mondo. E così sarà.
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
jizzrain.com/vd/2353-video