Dimenticatevi il ragazzo che nel 2008, nella sua Acireale, saliva sul gradino più alto del podio ai Mondiali di scherma under 20. Il volto di Enrico Garozzo è ancora quello, e non tradisce la maturità e la consapevolezza raggiunte. Eppure il carabiniere siciliano è diventato grande. Lo dimostrano il finale della scorsa stagione e l’inizio di quella attuale. Un secondo posto a Doha che anche giorni dopo la gara continua a profumare d’oro. Perché Enrico quella gara la poteva vincere, e lo sa.
Cosa ti è mancato per far tua anche la finale?
È stato un assalto dall’andamento strano. Mi sono ritrovato subito sotto di quattro stoccate, diverse, ma tutte tirate sul “pronti a voi” dal mio avversario che è stato bravo ed intelligente nel cogliermi di sorpresa ed anticipare le mie possibili reazioni.
Poi però ti sei ripreso.
Sono riuscito subito a ritrovare il bandolo della matassa e a prendere io l’iniziativa, portando il coreano a subire la mia scherma, salendo fino al parziale di 11-9 per me. Proprio in quel momento però Park ha cambiato nuovamente il ritmo dell’incontro ed è riuscito a risalire fino all’11 pari.
Sei arrivato a una stoccata dalla vittoria, sul 14-13. Poi? Blackout?
Sul “pronti a voi” successivo mi sono sentito in dovere di prendere l’iniziativa e comandare l’azione. A mente fredda direi che, preso probabilmente dalla voglia di chiudere, ho forzato un’azione che, forse sarebbe stato meglio tirare in una situazione differente, ossia su un’ avanzata del mio avversario. In questa maniera purtroppo ho subito una parata e risposta che ci ha portati sul 14 pari. Qui non ho nemmeno avuto il tempo di rimettermi in guardia che il coreano è partito nuovamente in fléche sull’a voi sorprendendomi e trovandomi in ritardo sull’arresto.
Peccato. Anche perché avevi messo in fila Pizzo, Boczko, Borel, Kauter, Avdeev. Non proprio un canale semplice il tuo.
Certamente ciascuno degli avversari che ho affrontato in giornata, anche solo guardando il loro curriculum, poteva tranquillamente rientrare nel novero dei potenziali vincitori della gara. Questa semplice considerazione, sempre a posteriori, mi fa capire che mi sento in un ottimo stato di forma.
Si può dire che hai perso proprio con il meno forte degli avversari incontrati?
Se ci si fermasse solo ai titoli e al palmares sarebbe certamente così. La verità è che ogni assalto è il risultato di molteplici fattori e purtroppo la sorpresa è sempre dietro l’angolo. Tra l’altro bisogna considerare che tutti gli altri avversari di giornata , chi più chi meno, avevo già avuto modo di affrontarli in precedenza, mentre il coreano era alla sua prima gara assoluta.
Cosa ti ha permesso di fare il salto di qualità?
In generale negli ultimi anni credo di essere migliorato molto, tecnicamente e atleticamente. Questo in primo luogo grazie al duro lavoro svolto in questi anni da me e da chi ha lavorato insieme a me. Forse la vera differenza che ho iniziato a notare dalla scorsa stagione sta in una maturazione anche mentale e nella maggiore tranquillità che ho raggiunto da quando mi alleno stabilmente a Milano.
Degli assalti vinti, forse quello con Paolo Pizzo, nei 64, è quello che ti ha messo più in difficoltà. È così?
Sicuramente l’assalto con Paolo non è stato semplice, e penso che si sia visto anche dall’esterno. Ci conosciamo a memoria e sappiamo benissimo quali siano i punti forti e le debolezze dell’altro. In aggiunta, poi, io e Paolo dividiamo anche la stanza ai ritiri e durante le gare.
Com’è andato il ritorno in stanza dopo il vostro assalto? Ne avete parlato o avete fatto finta di niente?
Io e Paolo siamo due persone molto schiette e dirette, e dal momento in cui ci siamo messi la maschera eravamo l’uno contro l’altro, senza nessuna esclusione di colpi. Ma già 10 minuti dopo la fine dell’incontro eravamo a scherzarci su.
Il prossimo weekend c’è il Carroccio. Quanto ci tieni?
Ovviamente la gara di casa è sempre particolare e ci tengo molto a fare bene. A maggior ragione adesso mi piacerebbe dimostrare una certa continuità di risultati e prestazioni. Inoltre Legnano è anche la prima gara a squadre della stagione. Personalmente condivido le considerazioni già espresse da Paolo Pizzo su Pianeta Scherma, ma ciò non toglie che vogliamo partire subito con il piede giusto.
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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