Prima tappa, Danzica. Riparte dalla Polonia, e dal Grand Prix della città dove la tragica epopea della seconda guerra mondiale ebbe inizio, la Coppa del Mondo di fioretto femminile. Danzica nuovamente teatro di battaglie , ma per fortuna saranno solo quelle all’ultima stoccata che vedranno protagoniste le migliori interpreti mondiali dell’arma che, più di ogni altra negli ultimi tempi, sta riempiendo il forziere di casa Italia.
L’ultimo atto della passata stagione, consumatosi in concomitanza dei Mondiali di Budapest, si era concluso con l’alloro iridato di Arianna Errigo, il bronzo di Elisa Di Francisca e la vittoria quasi no contest del Dream Team contro le pur valide ragazze francesi. Trionfo su tutta linea, ed è da qui che si riparte: dalla consapevolezza che quella italiana è la squadra migliore al mondo, il Dream Team che tutto il mondo ci invidia. E non ci riferiamo solo ad Arianna – che l’anno scorso ha conquistato la sua seconda coppa del Mondo consecutiva, la terza in carriera – e ad Elisa, Campionessa d’Europa a Zagabria: c’è Carolina Erba, che è chiamata alla conferma dopo la splendida stagione passata; c’è Alice Volpi, talento assoluto che ha solo bisogno di deflagrare. Senza dimenticarci di Benedetta Durando, che ha dato uno splendido apporto alla causa azzurra in assenza di due mostri sacri come Ilaria Salvatori e soprattutto Valentina Vezzali: un oro europeo a squadre da protagonista prima di essere costretta suo malgrado a indorare l’amara pillola di una mancata convocazione mondiale che avrebbe invece pienamente meritato.
E poi c’è Valentina Vezzali: i quarant’anni alle porte e la voglia di mettersi in gioco nuovamente, di allenarsi con lo stesso entusiasmo di una ragazzina, spinta dall’ancora ardente passione per lo sport che le ha dato tantissimo. Il sudore in palestra che si alterna agli impegni di mamma e di parlamentare, ruolo che intende rispettare e onorare con tutte le sue forze. Dopo il rientro lampo post-maternità bis di Budapest, dove fra l’altro si è fermata a un passo dalla medaglia, ora è di nuovo pronta a lottare e a sgomitare in Coppa del Mondo, ripartendo dalle delicate fasi di qualificazione, con annessi gironi ed eventuali assalti ad eliminazione diretta. Rio come obiettivo possibile, anche se la strada ha pendenze più aspre del Mortirolo: la concorrenza interna è spietata, e l’assenza – salvo cambiamenti da parte del CIO – della prova a squadre dal programma delle prossime Olimpiadi, fa si che il contingente massimo sia di due atlete. Ma, come la stessa Vezzali ha dichiarato recentemente, finchè la passione la sostiene, è lecito sognare.
Al di fuori dei confini nazionali, Russia, Francia e Germania sono le avversarie da temere più di ogni altre. Nel suo primo anno di lavoro Stefano Cerioni si è trovato a dover ricostruire la squadra femminile che dopo Londra 2012 ha dovuto fare i conti con assenze pesanti: Aida Shanaeva si è presa un anno sabbatico per maternità, Evgenia Lamonova ha appeso il fioretto al chiodo, mentre Kamilla Gafurzianova ha dovuto purtroppo ritirarsi forzatamente causa problema cardiaco. In pratica, si è trovato a dover ricostruire la squadra, potendo contare solo Inna Deriglazova – la scorsa stagione in lizza con Arianna Errigo per la Coppa del Mondo fino all’ultima gara – e su Larisa Korobeynikova. E, malgrado ciò, fare comunque ottimi risultati, come portare fra le prime sedici due ragazze come Diana Yakovleva e Yulia Biryukova: la prima, che veleggiava nell’anonimato della pancia del gruppo (sessantaduesima due stagioni fa), è salita fino al sesto posto e si è presa un argento Europeo a Zagabria, battuta solo da Elisa Di Francisca. La Biryukova ha fatto un balzo avanti di ben tredici posizioni, arpionando quella sedicesima casella che significa salvezza dalla nebulosa via delle qualificazioni.
Le transalpine fanno affidamento sulle collaudate e sempre affidabili Astrid Guyart e Corinne Maitejean, oltre che sulla giovane e talentuosa Ysaora Thibus, mentre in casa tedesca – che potrà contare sull’esperienza di Andrea Magro come guida tecnica – la punta è indubbiamente Carolin Wutz- Golubitsky che, fra podi in Coppa e le due medaglie conquistate ad Europei (bronzo) e Mondiali (argento), si è mostrata una cliente molto pericolosa. Da tenere d’occhio le giovani americane: Nzingha Prescod ha vinto l’anno scorso il Grand Prix di Marsiglia, Lee Kiefer è una che è stata capace di vincere un bronzo ai Mondiali di Catania a diciassette anni, Nicole Ross sta bussando alla porta per entrare fra le prime sedici del mondo. Giovani e battagliere, avversarie rognose se in giornata, pericolose se trovassero la giusta costanza di rendimento.
Twitter: @agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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