Ricordando Guido Malacarne

Con dolore ho appreso della dipartita di Guido Malacarne, un gentiluomo, uno schermidore, un grande innamorato del nostro sport.
Proprio al recente Congresso del Centenario della FIE, a novembre a Parigi, molti amici da tutto il mondo mi hanno chiesto quali fossero le condizioni di salute di Guido Malacarne; ma ormai da una decina d’anni aveva venduto l’appartamento a Milano e si era davvero ritirato nel suo regione di nascita, il Trentino.

Molti sono i ricordi personali che mi legano a lui, ma in questa sede voglio ricordare il clamoroso caso del pentatleta sovietico, eravamo  nel 1976 ai Giochi Olimpici di Montreal, con la spada truccata. Si trattava di un forte atleta ucraino, Boris Onishchenko, che godeva dei favori dei pronostici perché era considerato uno dei più abili schermidori dell’Unione Sovietica. Io ho ascoltato diverse volte il racconto proprio da Guido Malacarne: Boris Onishchenko vinse il primo match, ad una stoccata, contro il britannico Adrian Parker. Ma l’andamento dell’incontro non aveva convinto la squadra inglese e il capo delegazione, Jim Fox, che aveva segnalato e chiamato Guido Malacarne nella Direzione di Torneo di questi Giochi Olimpici di Montreal. Il secondo match, che si svolse questa volta sotto gli occhi attenti dello stesso Malacarne, vedeva impegnati Fox e Onishchenko: fu un assalto brevissimo,  con il sovietico che ancora una volta piazzò la stoccata decisiva. Ma la misura era davvero eccessiva, da passo avanti e affondo, non da semplice affondo: mancavano almeno quindici centimetri tra la punta della spada e il bersaglio. Subito Guido Malacarne, fermando l’arbitro che stava chiudendo il match e assegnando la stoccata, salì in pedana e confiscò la spada dell’ucraino. Fu così che venne svelato il trucco: all’interno della coccia, sotto il cuscinetto vi era un rudimentale, piccolo ma efficace “pulsantino” . Il circuito elettrico si chiudeva premendolo, e veniva accesa la lampada; il giudice assegnava la stoccata e l’imbroglio era servito. Incredibile, pensando alla lealtà che da sempre è alla base del nostro sport.  Onishechenko venne squalificato, ma la squadra sovietica venne “salvata”: ricorrendo a una scusa molto utilizzata ai nostri giorni in ambito extra-sportivo, il bottoncino era stato messo dal tiratore ad insaputa della squadra, del capo delegazione e del tecnico delle armi.  Per il nostro Malacarne giusto qualche intervista e qualche grazie per aver smascherato l’imbroglio, ma nessuna medaglia o benemerenza: tuttavia da questo episodio, egli ci ha dato le prime linee guida per i controlli delle armi, che sino ad allora non venivano effettuati.

Guido Malacarne, con la grande generosità e disponibilità, è stato in tutti e cinque i continenti a spiegare le basi dell’arbitraggio moderno della scherma. Tutti noi gli dobbiamo qualcosa per quanto ha fatto per la diffusione della scherma nel mondo. In Lombardia frequentava le gare e le sedute del Comitato Regionale, ascoltando ma anche parlando di tutto ciò che stava accadendo nell’evoluzione della scherma mondiale.

Twitter: @Gianandrea11

Fotografia di Alessandro Gennari per Pianeta Scherma
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