Luxardo, una storia italiana

Scherma - A Padova appuntamento con il Grand Prix di sciabola

Imprenditore e sciabolatore di successo. Chi è Franco Luxardo e com’è nato il trofeo di sciabola di Padova.

 

Il prossimo weekend, da venerdì 14 a domenica 16 febbraio, si svolgerà al PalaFabris di Padova l’edizione 2014 del Trofeo Luxardo, competizione di sciabola maschile valida per la Coppa del Mondo. Uscendo per un attimo dalla stretta attualità e dalla cronaca sportiva, il nome dello sponsor principale della manifestazione richiama una nota marca di liquori che, con i suoi quasi due secoli di vita, racconta la storia di una famiglia di imprenditori italiani e, attraverso di essa, racchiude molti episodi della storia italiana anche oltre i confini della Penisola.

La “Luxardo” viene fondata nel 1821 dal capostipite Girolamo a Zara, già protettorato della Serenissima per sette secoli e in quel momento capitale del Regno di Dalmazia entro la sfera d’influenza austriaca. Nel 1829 ottiene il “privilegio imperiale” (una sorta di diritto di esclusiva) sulla produzione del proprio gioiello, il liquore Maraschino, con una ricetta accurata e selezionata rispetto a quello che si produceva fin dal Medioevo nei conventi di mezza Europa. A inizio Novecento si può far risalire il momento di massimo splendore della “Luxardo” in terra dalmata: in un’epoca in cui si combinano un’espansione economica che pare inarrestabile in tutto il Vecchio Continente, con relativa crescita esponenziale nella domanda di generi di lusso quali il liquore, e il predominio della navigazione nei traffici commerciali, nel 1913 su impulso di Michelangelo Luxardo viene fatto costruire un enorme stabilimento con annessi uffici affacciato sul porto di Zara.

Superata indenne la lunga crisi che attraversò la penisola balcanica a partire dalla Grande Guerra, che segnò tra l’altro l’esplosione dei conflitti di matrice nazionalista nonché le rivendicazioni dell’Italia mussoliniana sulle cosiddette “terre irredente” sull’altra sponda dell’Adriatico, a partire dallo scoppio della Seconda guerra mondiale l’azienda dovette subire nell’arco di cinque anni una serie di pesanti contraccolpi, dapprima con i divieti imposti da un’economia di guerra e poi con la distruzione dello stabilimento sotto i bombardamenti Alleati. È soprattutto a questo punto che l’intreccio con la storia italiana si fa più fitto. Con l’occupazione di Zara da parte delle truppe dei partigiani jugoslavi di Tito, nel 1944, la feroce persecuzione in atto contro gli italiani costrinse i nostri connazionali che sopravvivevano alle fucilazioni a rientrare in patria da esuli, spesso con mezzi di fortuna. È stato questo il caso della famiglia Luxardo: dei tre fratelli allora residenti a Zara due, Pietro e Nicolò, annegarono in mare per sfuggire ai loro carnefici mentre il terzo, Giorgio, riuscì a scappare verso l’Italia, dove nel 1947 rifondò con l’aiuto dei pochi familiari superstiti la storica azienda a Torreglia, in provincia di Padova, dove si trova tuttora la sede della “Luxardo S.p.A.”.

Franco Luxardo, oggi a capo della Direzione Commerciale Export dell’azienda di famiglia e “patron” del Trofeo, sciabolatore dell’Accademia Comini e azzurro dal 1959 al 1968, insieme al padre Giorgio (ex schermidore) ideò la manifestazione nel 1955, in un’epoca dove la Coppa del Mondo e le competizioni internazionali erano di là da venire, e dopo le prime tre edizioni riservate ad atleti italiani tenutesi negli impianti del Cus Padova (1955, ’56 e ’59) a partire dal 1961 decise di “aprire” l’ingresso nei tabelloni agli sciabolatori stranieri, in una tradizione rimasta da allora immutata.

Nell’albo d’oro del Trofeo Luxardo il record di vittorie è tuttora detenuto dal russo Victor Sidiak, unico vincitore per cinque edizioni (1969, 1971, 1972, 1974 e 1977), seguito a quota quattro dall’azzurro Michele Maffei (1973, 1976, 1979-’80) e dall’ungherese Imre Gedoevari (1978, 1982-’83-’84).

Mattia Boretti

Twitter: MattiaBoretti

Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

 

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