Lame spezzate

L’Italia della spada fa fatica. E forse serve una scossa. Potrebbe essere il ritorno di Diego Confalonieri.

 

Ora è ufficiale o quasi: abbiamo un problema. La spada maschile stenta a ingranare. Il secondo di Enrico Garozzo nella prima prova stagionale a Doha aveva illuso, e resta l’unico risultato di prestigio di un’annata cominciata nel modo sbagliato. I risultati non arrivano, a livello individuale come a squadre, e questo non può che mettere tutti in discussione. Perché quando le cose non vanno bene, di solito, si cambia. Non ci sarebbe niente di strano o scandaloso.

La prima domanda da farsi, quando si presenta un guasto, è cosa non funziona. Ok, Matteo Tagliariol è reduce da una difficile operazione alla mano e non è ancora al 100%. Recuperare lui è importante, se non fondamentale. Ma non può essere tutto qui. Perché le qualità tecniche del quartetto azzurro non possono essere messe in discussione, basta leggere il curriculum di chi lo compone. E non si può pensare che sia sempre e solo sfortuna. Per risolvere un problema, bisogna per prima cosa riconoscerlo, senza averne paura.

Alla squadra manca qualcosa, forse un collante che faccia gruppo, un uomo spogliatoio, un leader caratteriale più che tecnico. L’identikit corrisponde a quello di Diego Confalonieri, escluso dal quartetto proprio all’inizio della stagione per via dell’età (farà 35 anni ad aprile), troppo avanzata, secondo il ct Sandro Cuomo, per arrivare fino a Rio 2016 in buone condizioni. Intanto, però, a Rio bisogna andarci, e per farlo non possono bastare risultati come il quinto posto al Carroccio e il nono di Heidenheim. Bisogna cominciare a ingranare. Con Confalonieri in pedana, un anno fa, l’Italia vinse due prove di Coppa del Mondo e si impose come la quarta squadra del ranking. Un piazzamento più che sufficiente per centrare la qualificazione olimpica. Ora l’Italia è sesta, ma soprattutto è la quinta tra le europee, e stando così le cose sarebbe fuori dai Giochi.

Ecco perché tutto può succedere, e un ripensamento del ct sul ruolo di Confalonieri non è improbabile. Non sarebbe una sconfitta di Cuomo, anzi. Solo i migliori sanno tornare sui propri passi e cambiare idea. Poco più di un anno fa Giovanni Sirovich optò per la linea verde nella costruzione della squadra di sciabola femminile, tenendo fuori Gioia Marzocca e Ilaria Bianco. Quest’anno  la seconda è rientrata in squadra, e ha subito dato il suo contributo nel secondo posto di Dakar. Confalonieri può seguire le sue orme? Forse. Certamente è benvoluto da tutti i componenti della squadra, che riconoscono il suo carisma, la sua esperienza e la sua leadership. Non esiste un rimedio miracoloso e una soluzione certa ai problemi della spada, nessuno (tantomeno chi scrive) ha la bacchetta magica in mano, ma tentare si può, e forse si deve. Da aprile si comincia a fare sul serio, e non sarà più tempo di esperimenti.

 

Twitter: GabrieleLippi1

Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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