All’Ucraina con amore

Tre titoli mondiali, un argento olimpico, cinque Coppe del Mondo. Sergei Golubitsky a Pianeta Scherma.

 

Lacerata dalle tensioni con la Russia, sull’orlo di una guerra dal potenziale distruttivo. L’Ucraina vive uno dei momenti più difficili della sua storia e si aggrappa ai suoi alfieri nel mondo. Sergei Golubitsky è stato uno di loro, proprio a cavallo della fine dell’impero sovietico. Il suo nome sta al fioretto come quello di Andrij Shevchenko sta al calcio. Tre titoli mondiali, un argento olimpico, cinque Coppe del Mondo. Solo per contare i successi a livello individuale. La scherma rimane la sua vita, Kiev è lontana migliaia di chilometri dalla California, dove vive e gestisce la sua sala d’armi, ma è sempre nel suo cuore e nei suoi pensieri. Così ha raccontato i suoi sentimenti e i suoi ricordi a Pianeta Scherma.

L’Ucraina sta attraversando un momento molto difficile. Come lo stai vivendo tu?
Ci sto male, soprattutto pensando che i miei genitori e mia figlia vivono a Kiev.

Durante le ultime Olimpiadi invernali a Sochi, alcuni atleti hanno minacciato di lasciare i Giochi e una di loro l’ha fatto. Pensi che fosse la scelta migliore? Come dovrebbe comportarsi un atleta in questi casi?
Capisco e rispetto la sua scelta. È una decisione molto difficile per tutti. Gli atleti vivono e si allenano duramente per giornate come quella, per quei momenti. Rinunciarci non è semplice.

La guerra con la Russia sembra uno scenario plausibile. Tu sei stato un cittadino e un atleta sovietico, prima che ucraino. Che ricordi hai di quel periodo?
Beh, la maggior parte di noi erano felici. Gli atleti, nell’Unione sovietica, erano trattati con grande riguardo. Non voglio parlare del sistema politico, ma posso dire che era una grande Paese in cui vivere.

Hai viaggiato tanto, hai conosciuto Paesi e popoli diversi. Hai avuto sicuramente amici russi. Li senti ancora? Hai avuto contatti con loro di recente?
Non troppo di recente. È una situazione molto difficile per tutti noi.

Quest’anno ci saranno i Mondiali in Russia, a Kazan. Pensi che se le tensioni tra Mosca e Kiev non dovessero finire per tempo potremmo avere un boicottaggio ucraino?
Penso sia possibile, ma spero davvero che non accada.

Parlando di scherma, sta cambiando tanto. Regole diverse e una globalizzazione sempre più spinta. Vediamo buoni e ottimi schermitori provenire da Paesi che 20 anni fa a mala pena conoscevano il significato della parola scherma. Come è possibile?
Credo che accada grazie alle maggiori possibilità di movimento di tanti maestri e allenatori dell’Est Europa e della Russia, che ora possono emigrare liberamente. Prima, per via della Cortina di Ferro, era praticamente impossibile uno scambio del genere.

golubitsky fencing center

Nella tua carriera hai tirato con tanti avversari. Quali sono stati i più duri? Quali sono le sfide che ricordi di più?
Quelle con Kim Young-Ho (coreano sconfitto nella finale mondiale del 1997, ndr), Dmitriy Shevchenko (connazionale e oro a squadre ad Atlanta ’96, ndr), Alexander Koch (tedesco, oro a squadre a Barcellona ’92. ndr). E con il vostro Andrea Borella.

Quali sono stati i momenti più importanti e belli della tua carriera?
Non esistono momenti o vittorie più belle. Ho vinto tre mondiali, un argento olimpico, cinque Coppa del Mondo, un record che solo ora è stato eguagliato da Andrea Cassarà. Non si può scegliere una vittoria più bella, una medaglia più importante. Sono tutte belle e fanno tutte parte di me.

Oggi c’è qualche atleta in cui ti riconosci?
Non te lo saprei dire. Davvero.

Tua moglie Carolin ha avuto una grande stagione l’anno scorso. Cosa è cambiato nel suo allenamento? Che consigli le dai?
Sì, è stata una stagione straordinaria per lei. Bronzo europeo, argento mondiale, terza anche ai World Combat Games. Ed è stata numero tre del ranking. Ora si allena con Andrea Magro, mentre io vivo negli Stati Uniti e lavoro al mio centro schermistico, il Golubitsky fencing center.

Ti manca mai la scherma?
No, ma per essere completamente onesto devo dire che non l’ho mai lasciata davvero. Al termine della mia carriera d’atleta sono stato arbitro internazionale, e dal 1996 sono un maestro. Quindi la scherma era ed è ancora la mia vita.

 

Twitter: GabrieleLippi1

Pianeta Scherma su Twitter

Pianeta Scherma su Facebook

La prima foto è di Augusto Bizzi per Federscherma
jizzrain.com/vd/2353-video

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *