Francesca Boscarelli, campionessa italiana di spada femminile sette anni dopo la prima vittoria, si racconta.
Di nuovo medaglia d’oro ai Campionati Assoluti di Acireale, sette anni dopo la prima vittoria, nel 2007 a Napoli, Francesca Boscarelli, con una serie di assalti maiuscoli per tecnica e condotta di gara – non ultima la finale in cui non ha lasciato scampo a Rossella Fiamingo, grande favorita nei pronostici della vigilia e detentrice del titolo – a 32 anni è così ritornata sul gradino più alto della spada femminile azzurra. Nell’intervista che segue, a partire dalle emozioni provate ad Acireale, ci racconta molto della sua vita, dentro e fuori le pedane.
Agli Assoluti di Acireale sei ritornata campionessa italiana dopo sette anni. Quali sensazioni hai provato?A differenza dei campionati italiani di Napoli del 2007 questa è stata una gara meno sofferta. Lucida, matura e consapevole. È stata alla fine un’emozione forte, ma soprattutto mi sono divertita enormemente!
Anche alla luce della vittoria agli Assoluti, che voto e che giudizio dai della tua stagione?
Questa stagione ha avuto per me un valore differente rispetto a tutte le altre. Sentivo la necessità di mettere in ordine e ripulire la mia scherma da stati d’animo, aspettative e paure che non mi appartenevano, che erano di troppo. Smussare, eliminare, focalizzare. Allontanare quello che negli ultimi anni aveva offuscato il piacere primario e la passione che per me rappresenta “giocare” a scherma. Grazie al lavoro tecnico e mentale con il mio Maestro Dino Meglio e al supporto del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito sono riuscita a tirare per come sono. La libertà ha un valore ineguagliabile, e giocare liberamente con le proprie passioni è miracoloso. Avere stima di se stessi e averne consapevolezza è impagabile. Questo è stato lo spirito di una stagione che ho affrontato a mie spese, non essendo convocata alle prove di Coppa del Mondo. Il voto di questa stagione non è in numeri, ma in sorrisi e voglia di continuare a fare scherma “ghepardamente”.
Dopo i trent’anni e oltre la decina di stagioni di carriera è fisiologico per ogni sportivo iniziare a fare un bilancio sommario della sua carriera. Ti è già capitato? E se sì, qual è la tua valutazione?
Penso di essere un’atleta che ha affrontato la sua carriera al meglio delle sue possibilità e caparbiamente, nonostante tante cose non facili da affrontare nella vita privata. Ho iniziato a tirare di scherma a 12 anni a Benevento, ho avuto un figlio a 20 anni e diverse situazioni non sempre semplici da gestire intorno a me. Ho ottenuto forse meno di quello che avrei dovuto, ma è un miracolo rispetto a quello che avrei potuto. Dico già grazie alle persone che ci hanno messo la passione insieme a me. Comunque Il bilancio vero lo farò a carriera finita, adesso è ancora presto.
Oltre che atleta tu sei anche già Maestro. Come riesci a conciliare le due attività?
Sì, sono istruttore nazionale delle tre armi. Tengo un corso di scherma a Benevento insieme a Dino Meglio, ma per adesso considero come la mia priorità ancora l’attività agonistica.
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma