Ha vinto il suo primo italiano assoluto. Ora Irene Vecchi va a Strasburgo più leggera. Per esultare ancora.
Ad Acireale si è scrollata di dosso una “maledizione”, prendendosi il suo primo titolo italiano assoluto in carriera. Irene Vecchi è partita per gli Europei di Strasburgo con un obiettivo ben chiaro in mente: confermare il podio dell’anno scorso a Zagabria, e magari fare ancora meglio. A poche ore dalla partenza l’abbiamo sentita per testare il suo morale.
Primo campionato italiano assoluto in carriera. Che effetto ti fa?
I campionati italiani erano una gara “maledetta”. Anzi, rimangono la mia gara più temuta. Finalmente, però, ho sfatato questo mito. In molti mi chiedevano come mai non riuscissi a centrare questo titolo italiano. Non lo so. Magari erano complici la tensione e la tanta voglia di vincerlo. Adesso finalmente posso dire di averlo centrato.
Ad Acireale ho lasciato la soddisfazione e l’incredulità di una bambina, quella stessa sensazione che nel 2005 mi aveva portata al primo titolo italiano. Sempre lì, ad Acireale. Che evidentemente porta bene!
La scorsa stagione era cominciata e finita alla grande. Questa è andata in crescendo dopo una partenza non brillantissima. Cosa è cambiato?
Il 2013 mi ha regalato davvero tanto, rimarrà una delle stagioni che più mi ha cresciuta e rafforzata, sia dal punto di vista schermistico sia nella mia vita di tutti i giorni. Ho sempre sperato che il 2014 non fosse da meno, quindi tengo le dita incrociate e vado a giocarmi qualcosa di importante.
Con quali aspettative parti per Strasburgo?
Con la consapevolezza di aver lavorato bene e che posso giocarmela fino all’ultima stoccata. Ci metterò la grinta e il cuore, e i conti li faremo alla fine.
L’impressione è che la concorrenza sia ancora più agguerrita. Ci sono le solite big: Kharlan, Dyachenko, Vougiuoka. Sono cresciute le tue compagne di squadra più giovani. E poi è tornata Sofya Velikaya. Sarà un grande Europeo sotto il profilo tecnico?
Le avversiate che troverò in terra francese sono tante e anche forti. Aggiungiamoci pure “l’aggravante” del girone a 5 stoccate: diventa un incubo. Domani (sabato 7 giugno, ndr) parto, spero d’essermi ricordata tutto, anche se ovviamente qualche oggetto me lo sarò dimenticato in camerina sopra il letto. In bocca al lupo a tutte. E che vinca la migliore.
Come squadra avete dimostrato di essere arrivate quasi al top. Vi manca solo l’ultimo passo per battere la Russia e vincere la gara. Ma tre secondi posti sembrano una conferma della vostra crescita. Fino a dove potete arrivare?
Siamo una squadra forte che sta mettendo le radici per qualcosa di importante, siamo giovani, ma ognuna di noi ha l’esperienza necessaria per queste gare. È vero, ci manca questo scoglio chiamato Russia, ma sono sicura che stiamo costruendo basi solide, anzi un bel muretto, ben saldo, dal quale un giorno, spero non lontano, faremo un bel balzo verso quello che ci spetta battendo questa squadra che al momento è la numero 1. Ce lo meritiamo, ma soprattutto siamo in grado di poterci giocare una bella medaglia.
Twitter: GabrieleLippi1
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma