Alexei Yakimenko si impone nella sciabola maschile. Tripletta per la Russia. Berrè e Occhiuzzi stop ai quarti.
La Russia fa man bassa nella gara di sciabola maschile piazzando tre atleti sul podio. Vince Alexei Yakimenko, uno che nelle competizioni continentali si esalta. Quarto sigillo europeo per lui, che va ad aggiungersi alla tripletta messa in cascina fra il 2010 e il 2012. Al secondo posto si piazza Veniamin Reshetnikov, terzi Camil Ibragimov e l'”infiltrato” ungherese Csanad Gemesi.
L’Italia, che visto l’andamento della stagione in Coppa del Mondo, poteva rivendicare grandi speranze di medaglia, resta a secco e anzi incassa il problema fisico che ha frenato Aldo Montano e le cocenti eliminazioni di Diego Occhiuzzi ed Enrico Berrè nei quarti di finale, rispettivamente per mano di Ibragimov e Yakimenko. Stop nel tabellone dei 16 per Luigi Samele, incappato troppo presto in Veniamin Reshetnikov. Ancora peggio va al numero uno al Mondo Tiberiu Dolniceanu, fuori ai 32, e ad Aron Szilgay, che dopo aver passato il tabellone dei 32 causa ko dell’avversario Tamas Decsi alla primissima azione del match, incappa anche lui nella giornata di grazia di Nicolas Rousset.
Enrico Berrè ha parlato ai nostri microfoni: «Ho sbagliato a fare rientrare in assalto Yakimenko. Ero partito bene, ma poi lui ha cambiato tipo di scherma. Purtroppo anche l’arbitro ha, secondo me, preso due decisioni sbagliate su due stoccate molto importanti ed è andata così. Ora la prova a squadre. La affronteremo senza Aldo, ed è una perdita importante perchè sappiamo il suo valore tanto come schermidore quanto come capitano. Restiamo tuttavia un gran quartetto, cercheremo di ottenere un gran risultato da potergli dedicare».
Non ha vinto l’oro ma merita una menzione Reshetnikov: durante la semifinale contro Gemesi, l’arbitro ha assegnato colpo simultaneo. Ma lo stesso russo, con grande onestà, ha accusato la stoccata, in una fase delicata del match che metteva in palio la finalissima. Un bel gesto, giustamente applaudito dal pubblico e dagli avversari. Come Montano, che contro Apithy accusa la stoccata che proietta il francese al turno successivo e pone fine all’Europeo del livornese, già sportivissimo nell’onorare ‘avversario pur acciaccato. Finisce con i due abbracciati e il francese che chiede l’applauso del pubblico – oggi composto da scatenati bimbi della scuole – per l’avversario sconfitto. Piccoli gesti che testimoniano ancora una volta – anche se non ce n’era il bisogno – la bellezza e la magia di questo sport. Ma soprattutto, piccoli gesti che fanno la differenza fra un campione e un fuoriclasse.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma