La stagione della maturità

Europeo deludente da cancellare al più presto. Mondiale che si avvicina a grandi passi. Enrico Garozzo si racconta.

 

Dimenticare in fretta la sfortunata parentesi europea per tuffarsi nell’avventura Mondiale con l’obiettivo di chiudere in grande stile una stagione più che positiva per lui, iniziata con la vittoria accarezzata e poi sfumata solo all’ultima stoccata per mano del coreano Sangyoung Park in quel di Dofha. Una stagione da lui stesso definita della maturità, dove è riuscito a mantenere un alto livello di rendimento anche in giorni in cui non era al massimo della brillantezza. A pochi giorni dalla partenza verso Kazan, Enrico Garozzo ci racconta come procede la preparazione mondiale. Ma anche di un compleanno reso particolare da una sorpresa organizzatale dalle compagne in ritiro…

Si avvicina il Mondiale, culmine di una stagione che, fra le altre cose, ti ha regalato la gioia del podio a Doha. Oltre a questo, che sensazioni trai dalla tua stagione?
Quest’anno ho raggiunto una maturità tale da permettermi di occupare con costanza nelle posizioni di vertici del ranking mondiale. Nella seconda parte di stagione, poi, ho centrato la finale a otto sia a Vancouver che al Trofeo Monal di Parigi. Senza contare una serie di risultati utili per me a capire che, anche in giornate in cui sono meno brillante del solito, posso esprimermi comunque un livello che mi mantiene ad uno standard soddisfacente. Naturalmente esclusi gli Europei di Strasburgo, che però meriterebbero un discorso a parte…

L’Europeo di Strasburgo non è purtroppo andato secondo le tue attese. Che insegnamento hai tratto da quell’esperienza?
Quella di Strasburgo e’ stata una gara negativa, in cui però devo recitare il mea culpa in quanto mi sentivo abbastanza in giornata. Ho tirato bene fin dagli assalti del gironcino, che han confermato le sensazioni positive che avevo quel giorno. Ma nel primo assalto ad eliminazione diretta ho commesso l’imperdonabile errore di sottovalutare l’avversario, e ho perso. A questi livelli nessuno regala nulla e posso promettere che non capiterà mai più. Proprio questo episodio voglio prendere come insegnamento in vista di Kazan.

Nella prima parte della preparazione avete svolto qualche giorno di ritiro in montagna, in Val di Sole. Quali aspetti avete curato di più? Come erano le vostre giornate tipo?
In quei giorni ci siamo soprattutto concentrati sulla parte atletica, dedicando invece spazi più brevi all’aspetto tecnico. Quanto all’organizzazione delle giornate, abbiamo spesso svolto 3 sedute di allenamento  giornaliere, intervallate da escursioni in montagna che servivano per rilassarci e per fare gruppo

Fra l’altro nei giorni di ritiro è caduto il tuo compleanno e le tue compagne hanno pensato di farti una sorpresa particolare. Ce la racconti?
Tutte le ragazze si erano vestite con la maglia della Lazio, la mia squadra del cuore! Una sorpresa davvero inaspettata e stupenda. Devo ringraziare tutte le mie compagne che si sono prestate al gioco per festeggiare il mio compleanno.Un grazie particolare, però, lo devo rivolgere a Paolo (Pizzo, ndr) che è l’ideatore e il regista di questa trovata.

Chissà quanto sarà costato un gesto del genere a una romanista doc come Francesca Quondamcarlo…
Infatti a lei ho dato il bacio più grande!!

La sorpresa di compleanno che le compagne di suqadra han fatto a Enrico in ritiro

La sorpresa di compleanno che le compagne di squadra han fatto a Enrico in ritiro

Tornando in ottica mondiali, cosa prevede ora la vostra preparazione?
Attualmente siamo in ritiro a Formia e lo saremo fino all’8 luglio. A differenza di quello precedente, questo ritiro è prettamente incentrato sulla preparazione tecnica. Stiamo cercando di limare i dettagli mancanti e poi si parte.

Capitolo prova a squadre: a mente fredda avete capito cosa non ha funzionato agli Europei? Ma,soprattutto, quali sono gli errori da evitare a ogni costo in Russia?
A Strasburgo sono stati commessi tanto errori di squadra quanto individuali. Siamo ben consci di ciò che non ha funzionato e proprio per questo motivo ci stiamo lavorando ogni giorno,  mettendocela tutta senza risparmiarci mai. Sono certo che tutto questo sforzo alla fine pagherà.

L’italia ha iniziato la stagione con un quartetto che strada facendo ha cambiato fisionomia. Con la formazione attuale – te, Marco Fichera, Paolo Pizzo e Lorenzo Bruttini – siete solo alla seconda uscita: com’è la vostra intesa?
Vero, la squadra e’ cambiata in alcuni elementi, ma tutto sommato la spina dorsale della formazione ritengo sia rimasta intatta. Ora si tratta solo di costruire il nostro percorso, partendo dalle molte certezze che già abbiamo.

Twitter: agenna85

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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