Non c’è margine d’errore

La stagione della sciabola maschile è pronta al decollo. E con essa, anche Enrico Berrè.  L’intervista.

 

Scalpita Enrico Berrè. Lo sciabolatore romano, non vede l’ora di scendere di nuovo in pedana per affrontare la stagione che segna l’inizio della strada verso Rio De Janeiro. Più che un “semplice” obiettivo, un vero e proprio sogno per lui, che proprio per questo si è preparato a puntino. Sbagliare è vietato, soprattutto perchè l’assenza della prova a squadre nel programma olimpico restringe la quota disponibile e aumenta la concorrenza interna alla squadra azzurra. Annullata la prova di Dakar, nel fine settimana si vola a Budapest per la prima stagionale. E proprio alla vigilia del debutto, ecco cosa ci ha detto lo sciabolatore romano.

Come hai preparato la nuova stagione dal punto di vista fisico…
Questa stagione sarà davvero delicatissima, perché da aprile inizierà ufficialmente la qualificazione olimpica. Proprio per questo motivo non sarà una stagione come le altre, e sbagliare in questa annata sarebbe un vero peccato. Ho fatto molta preparazione atletica, per poter essere pronto tutto l’anno agonistico e in particolar modo per la parte finale di esso, che sarà ovviamente quella più delicata.

…e mentale?
Dal punto di vista mentale ho la freschezza dei miei 21 anni che mi aiuta ad affrontare un periodo tanto stressante come quello della qualifica, nel modo migliore possibile, o almeno spero. Comunque sia con tutte le persone con le quali lavoro sto cercando di pianificare nel migliore dei modi questi mesi che mi aspettano.

Quali sono gli aspetti positivi che ti porti dietro dalla scorsa annata?
Della scorsa annata posso affermare che la cosa che più mi ha segnato, se così posso dire, è stato il fatto di migliorarmi ulteriormente; ovvero che, la mia prima stagione negli assoluti fu molto buona, ma la paura di non riconfermarmi a quei livelli era sinceramente molta anche il secondo anno è stato così buono, e addirittura migliore , mi ha dato una consapevolezza in più dei miei mezzi che mi permette di affrontare la stagione che arriva credendo di più nelle mie capacità. Ciò non toglie che l’umiltà per me resta sempre al primo posto per affrontare questo sport, e perciò non darò mai nulla per scontato ma bensì mi rimboccherò le maniche ancor più degli anni passati per ottenere ciò che voglio.

Quali sono invece quelli che dovresti migliorare?
La mia convinzione è che c’è sempre da migliorare, sia che si parli di veterani della sciabola ma ancora di più se si parla di ragazzi giovanissimi come me; le cose su cui insistere e lavorare sono molte e fare la lista non avrebbe senso, anche perché svelerei i miei punti deboli. Posso dire che la cosa che però su tutte punto a migliorare è la costanza, infatti, la passata stagione è stata fatta di grandi prestazioni alternate ad altre veramente da cancellare se fosse possibile. Ecco, per questo motivo vorrei trovare un equilibrio, ovviamente non si può sempre vincere e le giornate storte capitano a tutti, ma vorrei che queste giornate fossero eccezioni e non qualcosa che capiti spesso nella mia stagione.

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?
Non sarò ipocrita dicendo che non penso a ciò che accadrà nel 2016 a Rio de Janeiro. Solo la parola “Olimpiade” è qualcosa che in un certo senso mi può spaventare e non poco; se solo un paio di anni fa, l’avessero accostata al mio nome avrei risposto di certo con una bella risata ma o ora che ci sono dentro anche io posso parlarne ed è sciocco dire che non ci penso e che non ci spero. La qualificazione olimpica sarà sicuramente l’avventura più difficile della mia vita fino a questo momento. Quindi non so se dire , che in un certo senso è il mio obiettivo, perché più che obiettivo in realtà, lo definirei il sogno di una vita. Meglio per ora affrontare la stagione un passo dopo l’altro dato che prima ci sono molte gare da fare alle quali tengo molto.

Com’e l’ambiente tra voi sciabolatori?
Io credo, che quello della sciabola maschile sia un bell’ambiente in realtà. Mi trovo molto bene sia con i compagni di squadra (Montano, Samele e Occhiuzzi),sia con tutti gli altri ragazzi della nazionale; so che può sembrare strano ma è pur sempre uno sport individuale, all’interno del quale tutti lottano per raggiungere gli stessi obiettivi ma questo non mi impedisce di avere un buon rapporto con tantissima gente del “giro”. Credo che un ambiente sano faccia solo che bene a tutti quanti e allenarsi con persone con le quali ci si trova bene può solo che aiutare dato che un ambiente ostile con problematiche personali fra gli atleti credo possa essere controproducente.

Cosa ne pensi dell’annullamento della tappa di Dakar?
Io, se proprio vogliamo dirlo, un respiro di sollievo l’ho tirato. Non credo di dire nulla di diverso da quello che pensano tutti, o quasi, gli atleti che avrebbero dovuto affrontare la gara; l’Africa è un continente colpito da una problematica enorme e per questo motivo voglio esprimere la mia vicinanza a tutte le persone che stanno vivendo questo dramma. Ma nonostante ciò, l’idea di dover andare in Senegal in questo periodo non è che mi andasse troppo a genio. La federazione internazionale ha fatto bene secondo me ad annullarla, rischiare è da sciocchi,e di posti dove si possa fare una gara sostitutiva ce ne sono in abbondanza . Mi dispiace perché non sono mai stato in africa e avrei davvero voluto vederla. Quando uscirà da questo dramma, allora andrò a visitarla con meno ansia, e perché no, soprattutto a fare la gara che non abbiamo potuto disputare.

Twitter: alessnob1997

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Fotografiia di Augusto Bizzi

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