Finalmente si parte!

La sciabola maschile riparte da Budapest. Da aprile le qualificazioni olimpiche. Italia a quattro punte.

 

Rotta verso l’Ungheria per la sciabola maschile, dove  la stagione è finalmente pronta a decollare  dopo l’annullamento della tappa di Dakar. La truppa azzurra, e non solo, scalpita in attesa di scendere in pedana per le prime sfide stagionali. Per tutti, la necessità di partire con il piede giusto in attesa di lanciarsi nella corsa ai posti olimpici: assente – salvo cataclismi – la prova a squadre dalla schedule di Rio, sarà il ranking individuale a decidere chi, nell’agosto del 2016 si giocherà gli ori preziosi.

Si riparte quindi da Budapest e da una tappa classica della Coppa del Mondo di sciabola maschile, che si disputa in una nazione da sempre nel novero delle scuole storiche di questa disciplina. Aron Szilagyi come ultimo discendente di una tradizione tracciata da Aladàr Gerevich, Pal Kovacs e Rudolf Karpati, cui è dedicato il trofeo del vincitore della gara di Budapest. Sarà soprattutto lui,  il campione olimpico di Londra 2012, a catalizzare le attenzioni del pubblico di casa. Ma a garantire uno spettacolo di altissimo livello ci sarà tutto il gotha della sciabola maschile mondiale: dai molleggiati coreani (Bongil Gu e Jungwhan Kim, titolari delle prime due caselle del ranking) all’armata russa, rivale storica e tradizionale della scuola magiara e ricchissima di campioni (solo per fare alcuni nomi, bastino quelli di Alexey Yakimenko e degli ultimi due campioni del Mondo, Venyamin Reshetnikov e Alexey Kovalev), passando per i tedeschi iridati a squadre a Kazan, capitanati da Nicolas Limbach.

L’Italia riparte dalle sue quattro punte di diamante: Aldo Montano, Diego Occhiuzzi, Luigi Samele ed Enricò Berrè (fotografia Augusto Bizzi) sono tutti reduci da una stagione super, con Aldo ritornato a vincere una prova di Coppa del Mondo dopo tre anni di digiuno, mentre tanto Samele (a Chicago) quanto Berrè (a Plovdiv) hanno messo in carniere la loro prima vittoria in assoluto in Coppa. Bravo anche Diego Occhiuzzi, a podio in più di un’occasione. L’incredibile oro europeo a squadre, è stata la ciliegina sulla torta. Purtroppo è mancata la medaglia mondiale, ma la delusione di Kazan non cancella tutto quanto di buono era stato fatto nell’arco dell’intera stagione.

squadra maschile

 

Dietro ai magnifici quattro, scalpitano già i giovani purosangue: dopo aver raccolto oro in gran quantità fra gli Under 20, Luca Curatoli, Leonardo Affede e Francesco D’Armiento sono pronti alle sfide fra i “grandi”, dopo gli assaggi delle passate stagioni. Ci saranno, loro, a Budapest, in pedana già il venerdì a caccia del pass per il tabellone dei 64. Con loro anche Luigi Miracco, Gabriele Foschini, Alberto Pellegrini, Riccardo Nuccio e Giovanni Repetti.

Sabato ci sarà al prova individuale: si parte alle 10 con i primi assalti delle dirette, dalle 16 le fasi finali con quarti, semi e finalissima che decreterà il successore di Junghwan Kim nell’albo d’oro del vincitore. Il coreano lo scorso marzo si impose in finale su Aron Szilagy, mentre fu tutto italiano il terzo gradino del podio, occupato da Diego Occhiuzzi e Luigi Samele. Domenica la prova a squadre, una novità per la gara ungherese che si era fino ad ora disputata con la formula Grand Prix.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 

 

 
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