Cambia il vento, loro no

Arianna Errigo si impone in una finale tutta italiana su Elisa Di Francisca. Terzo centro di filae per la monzese. 

 

Niente monopolio del podio questa volta. Ma una finale tutta italiana che alla fine premia le due solite note: Arianna Errigo, straripante come ai vecchi tempi, ed Elisa Di Francisca, cavallo pazzo che dispensa infarti ed emozioni in proporzioni equivalenti. Alla fine la spunta Arianna Errigo, che si impone sulla compagna di squadre per 15-7. Terzo centro di fila per la monzese, che ha monopolizzato la prima parte della stagione. A completare il podio due giovani, il futuro su cui Francia e Russia proveranno a costruire i cicli futuri. Da una parte Anita Blaze, dall’altra Adellina Zagidullina, che si permette il lusso di fare lo scalpo di Valentina Vezzali e di far venire i sudori freddi alla campionessa olimpica del 2012.

Anita e Adelina, le avanguardie del nuovo vento che, perlomeno in questa prima parte di stagione, sembra spirare sul fioretto femminile. Non più il solito dominio, anche sei in 6 arrivano comunque nelle 16, ma tante avversarie che sono in grado di contrastare l’armata azzurra. C’è Anita Blaze che stoppa la bravissima Camilla Mancini, ci sono le invitate inattese come l’intramontabile Gabriella Varga – che estromette una buona Martina Batini, che purtroppo troppo tardi ha provato a invertire la rotta – e la polacca Malgorzata Wojtkowyak, che fa sudare le sette camicie ad Elisa Di Francisca prima di piegarsi finalmente al fioretto della jesina. E poi due russe, la già citata Zagidullina e Yulia Biryukova, e l’immancabile coreana, nella persona questa volta di Hee Sook Jeon.

Ma se quello del rinnovamento è un vento timido, Arianna Errigo è un ciclone che tutto spazza e tutto distrugge: a parte la sofferta vittoria contro la coriacea americana Margaret Lu, tutto il resto della gara è una spaventosa prova di forza di Tsun Ary: il 15-2 con cui mortifica Carolin Golubitsky è un primo assaggio di quello che toccherà poi alla coreana Jeon (15-6), alla francese Blaze (15-4) e, infine, ad Elisa Di Francisca, che prova a rimanere aggrappata con la classe e l’orgoglio della fuoriclasse, ma alla fine anche lei deve arrendersi allo strapotere di Arianna.

Resta comunque una grande prova da parte di Elisa, che sbuffa, parte diesel e finisce Ferrari: con lei è dura annoiarsi, sempre consigliabile una buona scorta di pillole per il cuore. Perchè l’infarto, con lei in pedana, è sempre in agguato: succede con la polacca Wojtkowyak, che scappa fino al 7-2 prima di venir lentamente riassorbita; succede anche in semifinale, contro la Zagidullina, che vola sul 5-0 prima di inchinarsi alla legge della campionessa jesina.

Ma la gara di Torino racconta per il fioretto azzurro: di una Valentina Vezzali sembra combattiva malgrado la discussa uscita contro la Zagidullina, di una Martina Batini che sembra aver ingranato la marcia e aver ritrovato la giusta cattiveria agonistica, come dimostrato anche dalla furia con cui ha lasciato il palazzetto dopo l’eliminazione. Ma anche e soprattutto di una bravissima Camilla Mancini, che contro Inna Deriglazova confeziona un piccolo gioiellino e infilza la campionessa russa all’ultima stoccata; e di una tosta Marta Cammilletti, che  soffre, lotta e rimonta due assalti che sembravano perduti e finisce ad urlare in pedana in ginocchio, in puro Vezzali style.

Per quanto concerne la gara delle altre azzurre, stop ai sedicesimi per Alice Volpi, battuta 15-9 dalla russa Yulia Biryukova, e per il bronzo di Saint Maur, Chiara Cini,uscita sconfitta da Martina Batini con il punteggio di 15-11. Eliminate nel primo turno, infine, Elisa Valdaro, Francesca Palumbo, Carolina Erba, Lucrezia Benetti, Serena Teo, Valentina Cipriani, Beatrice Monaco, Olga Calissi e Benedetta Durando.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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