Un podio per due

Aldo Montano secondo, Diego Occhiuzzi terzo. All’Italia sfugge la vittoria, ma a New York sorridono tutti. 

 

Sono tutti felici su quel podio. E non è solo l’aria di Natale che rende New York una città speciale. È felice Kim Junghwan, e non potrebbe essere altrimenti visto che guarda gli avversari dall’alto verso il basso. È felice, felicissimo Aldo Montano, perché nonostante gli sia scappata la vittoria si è preso il secondo podio su due gare stagionali, cancellando anche l’infortunio che a Budapest, dopo il terzo posto individuale, l’aveva tenuto fuori dalla prova a squadre. Sono felici pure Diego Occhiuzzi e Aron Szilagy, terzi parimerito. Per il napoletano è il primo podio stagionale, per l’ungherese il secondo.

Ed è un quartetto di altissimo livello quello che ha occupato la pedana della finale per l’ultimo atto del Grand Prix di New York, gara di chiusura di questo 2014 di scherma internazionale. Ci sono il numero 2, il 4, il 5 e il 7 del mondo. C’è ancora un ragazzo di 36 anni che ha messo da parte un lungo infortunio ed è tornato stabilmente tra i migliori del pianeta. Aldo Montano, quando sta bene, è in grado di battere chiunque. A New York si è arreso 15-10 solo nella finale contro un Kim terribilmente in giornata, che in semifinale aveva lasciato le briciole al campione olimpico Aron Szilagy, battuto 15-8.

Per arrivare fino all’atto conclusivo, Aldo ha dovuto affrontare e vincere due derby azzurri e avversari di caratura internazionale. Di facile, per il livornese, c’è stato solo il primo assalto di giornata: 15-7 al belga Seppe Van Holsbeke nel tabellone dei 64. Nei 32 stesso identico punteggio contro Alberto Pellegrini, nei 16 il 15-10 al bielorusso Aleksander Buikevich, negli otto la replica contro Alexey Yakimenko, in semifinale il 15-13 su Diego Occhiuzzi.

Anche per il napoletano è stata una giornata speciale, condita dalle vittorie sul georgiano Sandro Badzadze (15-10), sul giapponese Kenta Tokunan (15-7), sul connazionale Luigi Miracco (15-11) e sul numero 1 del mondo, il coreano Gu Bongil (15-11). Un ruolino di marcia che rende bene l’idea di quanto stia bene Occhiuzzi, di quanto vicino sia al livello che l’ha portato all’argento olimpico di Londra 2012 e alla spettacolare stagione seguente i Giochi Olimpici.

Una doppietta italiana sul podio che nei 16 era un quartetto grazie alle presenze di Luigi Miracco (battuto proprio da Occhiuzzi) ed Enrico Berrè, out contro Vincent Anstett. Il francese è stata una vera e propria bestia nera per gli italiani, visto che nei 64 aveva eliminato Luigi Samele. Stoppato ai 32 da Gu Bongil Stefano Sbragia. Out nei 64 anche Giovanni Repetti (15-14 contro l’ungherese Tamas Decsi), Gabriele Foschini (15-6 contro Alberto Pellegrini) e Luca Curatoli (15-14 contro il francese Julien Pillet).

 

Twitter: GabrieleLippi1

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