Tanta voglia di vincere

Col podio di Doha ha chiuso alla grande un 2014 eccellente. Bianca Del Carretto si racconta a Pianeta Scherma.

 

Un podio individuale per confermare il gran lavoro fatto con la squadra e il titolo europeo conquistato qualche mese fa. Dopo un periodo post Londra difficile, Bianca Del Carretto è tornata a ottenere i risultati che merita, e ha iniziato a dare una buona continuità alle sue prestazioni. In Qatar, nell’ultima gara dell’anno, si è fermata a un passo dalla finale. Ed è da quel punto che intende ripartire nel 2015. Prima, però, una pausa per ricaricare le batterie. Ecco la sua intervista a Pianeta Scherma.

Primo podio stagionale. Con che sensazioni sei tornata da Doha?
Ero molto soddisfatta. In gara ho fatto vedere una buona scherma e tanto carattere e voglia di vincere. So di poter tirare ancora meglio, ci sono tante cose su cui lavorare ma credo di aver intrapreso, insieme al mio maestro ed al mio preparatore, la strada giusta.

Cosa è mancato nella semifinale con la Gherman?
La lucidità di decidere di tenere il mio ritmo anziché il suo. Ho inseguito dall’inizio, è stata lei a comandare sin dalla prima botta. Era in una grande giornata ma avrei potuto fare di meglio per contrastarla.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato sul tuo percorso a Doha? 
L’assalto più difficile è stato quello con la Sozanska, ho gestito male la passività, forzando quando poi mancava poco tempo, trovandomi a rincorrere, che era proprio quello che volevo evitare. Fortunatamente mi sono tirata fuori da questa situazione.

Non con la Zvereva, quando ti sei trovata sotto di una stoccata e hai trovato il pari a 3 secondi dalla fine?
Con la Zvereva, mi sono trovata in quella situazione perché ero troppo sicura di quello che dovevo fare e, sopra di due botte, mi sono rilassata. Però non è mai stata lei a comandare (non che quando mi sono fatta mettere la botta a 14 secondi dalla fine fossi bella tranquilla) mentre con la Sozanska ci sono stati momenti in cui proprio mi pareva di non sapere cosa fare.

Quando hai capito che poteva arrivare il risultato pesante?
In nessun momento in particolare ho capito che potevo fare un bel risultato. Assalto dopo assalto ero soddisfatta di quello che stavo facendo, contenta che le sensazioni positive provate a casa fossero confermate in gara.

Dopo il titolo europeo dell’anno scorso sembri più serena e sicura di te. Anche quando i risultati non sono positivi come a Doha. Quali sono stati gli elementi fondamentali per costruire queste certezze?
La vittoria a Strasburgo, mi ha fatto capire che anche a me poteva capitare la giornata perfetta, in tutto e per tutto, in un’occasione importante. Mi sono sentita liberata di un peso, come se mi fossi scrollata di dosso l’etichetta di “Calimero”, che un po’ mi ero messa da sola, e un po’ avevo subito. Sento che sto lavorando bene, con molto entusiasmo e di essere in crescita, questo, oltre agli ottimi risultati a squadre, mi ha aiutato nelle gare prima di Doha.

Il ritorno delle francesi, le rumene che non sono più solo la Branza, le russe sempre competitive, le estoni. L’impressione è che il livello della spada femminile sia in costante ascesa, è così?
Il livello è molto alto, a quelle che hai citato tu aggiungo le cinesi, che sono un gruppo compatto, con alcuni picchi (Sun e Xu) e un livello medio davvero notevole, per fisico e attenzione in pedana. Noi spadisti sappiamo di dover lottare dalla prima all’ultima botta di ogni gara, nessun assalto è scontato e questo livello che si alza costantemente è una “condanna” che con l’avvicinarsi della qualifica olimpica, si fa sempre più pesante.

Ora c’è una lunga pausa, poi il 23 gennaio la tappa di Barcellona. Come passerai questo periodo senza gare internazionali?
Prima della gara di Barcellona abbiamo due allenamenti collegiali, uno prima e uno dopo Natale. Per il resto ci sarà il solito lavoro a casa, cercando di non perdere le ottime sensazioni di questo momento, ma anche di ricaricare le pile perché da gennaio non ci si ferma più.

 

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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