Un serbatoio di talenti senza fine

Gustin è stato il quarto spadista francese a vincere in Coppa del Mondo. Focus sulla spada maschile francese.

 

Con quella di Vancouver fanno quattro vittorie. Niente male davvero, se si considera che sin qui di gare valide per la Coppa del Mondo di spada maschile se ne sono disputate cinque. Se in aggiunta a ciò consideriamo che l’en plein è sfumato solo grazie a un guizzo di Max Heinzer, che si è preso la Heidenheimer Pokal all’ultima stoccata contro Yannik Borel, abbiamo reso perfettamente l’idea di quanto la squadra di spada maschile francese sia una macchina da guerra dannatamente efficace.

E non solo soffermandoci meramente sulle vittorie: tripletta a Berna (con Jean-Michel Luceneay accompagnato sul podio da Grumier e Robeiri che han chiuso al terzo posto), l’accoppiata Jerent (vincitore ) e Grumier (terzo) a Doha. E se proprio vogliamo metterci il carico, parliamo della prova a squadre: una vittoria (a Berna), due secondi posti (Tallin e Heidenheim9 e un terzo posto, quello maturato ieri a Vancouver, come risultato peggiore.

Un ruolino di marcia, quello imposto degli spadisti transalpini, che per certi aspetti ricorda quello della nostra squadra di fioretto femminile nella passata stagione quando – con la sola eccezione di Inna Deriglazova vincitrice a Torino – le azzurre fecero man bassa fra Coppa del Mondo, Europei e Mondiali, portando sul gradino più alto del podio ben cinque atlete diverse, senza contare i numerosissimi piazzamenti in top three, i podi in alcuni casi letteralmente monopolizzati e il nulla lasciato alle avversarie nelle prove a squadre. Ronan Gustin, vincitore sabato a Vancouver, è solo l’ultimo di una lista che sin qui ha visto alternarsi sul gradino più alto del podio Jean Michel Luceneay, Gauthier Grumier e Daniel Jerent.  In Canada è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo per il ventottenne di Digione, che peraltro nel suo palmarès vanta già una medaglia Mondiale e una Europea (datate 2011), entrambe conquistate nella prova a squadre ed entrambe, manco a dirlo, d’oro. E così, nel giorno in cui Jerent e Robeiri  incappano in una cattiva giornata uscendo immediatamente di scena, nel giorno in cui Grumier si ferma ai quarti di finale, ecco spuntare il nome di Gustin, che regola l’intera concorrenza e va a godersi la Marsigliese dall’alto del gradino più alto del podio.

Il segno inequivocabile della forza di una squadra che fa costantemente il pieno di qualificati in ogni main draw in Coppa del Mondo, che può vantare, è vero, uno zoccolo duro di Campioni che han fatto il pieno di titoli e medaglie (i già citati Lucenay, Grumier, Robeiri ma anche il francese di Cuba, Ivan Trevejo) ma anche e soprattutto su tanti atleti che nelle giornate no dei protagonisti più attesi, riescono a trovare il guizzo giusto. Come Yannick Borel, ad esempio, che ad Hiedenheim ha trovato un’ottima giornata e si è fermato a una sola stoccata dalla vittoria. Ma non vanno dimenticati i nomi di Alex Fava e Alexandre Blasczyck – solo per fare un paio di esempi -che han già calcato i podi di Coppa del Mondo.

Hugues Obry, quindi, può dormire sonni tranquilli. La squadra è fortissima, i talenti su cui fare conto, tanti. E chissà che gli ormai incombenti Europei Cadetti e Giovani – e successivi Mondiali di Tashkent ad aprile – non mettano in bacheca qualche altro gioiello. Nel frattempo, fra tre settimane, nel Gran Prix di Budapest gli avversari da battere saranno con ogni probabilità ancora loro, i cugini d’Oltralpe e la loro pressoché inaffondabile corazzata.

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Fotografia Devin Manky Photography

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