Tashkent 2015, uno sguardo fuori dall’Italia

Delusione Russia. Bene le vecchie scuole europee. Corea avanguardia della scuola asiatica. Emergono nuove realtà.

 

Il Mondiale di Tashkent appena andato in archivio, ha esaltato l’Italia, tornata a casa con il bottino colmo di medaglie e di grandi speranze per un futuro ancora luminoso. Se andiamo ad analizzare l’andamento di questi Mondiali con un occhio per le vicende extra italiane, scopriamo conferme, sorprese ma anche grosse delusioni.

E proprio in quest’ultima categoria rientra senza ombra di dubbio la Russia. Nella categoria Under 20 sono arrivate soltanto tre medaglie d’argento nelle prove a squadre di spada femminile, sciabola femminile e sciabola maschile, con l’unica esecuzione dell’inno russo da ascrivere a Olga Nikitina, medaglia d’oro nella sciabola femminile categoria Cadetti. Un deciso e netto passo indietro, quindi, rispetto a Plovdiv 2104, quando dai soli Under 20 arrivarono sette medaglie, anche se anche in quell’occasione ci fu soltanto una medaglia d’oro.

Possono invece sorridere Germania e Francia: la prima, che l’anno scorso rimase a bocca asciutta, si porta a casa l’oro dalla spada maschile a squadre e due medaglie dalla spada femminile, grazie agli argenti di Nadine Stahlberg e al bronzo del quartetto nella prova a squadre. Ma, soprattutto, si gode e coccola il gioiellino Leonie Ebert. Dominante fra i Cadetti – oro Europeo e Mondiale per lei – in grado di competere più che alla pari con le Under 20 (e non solo…), la quindicenne prodotto dell’inesauribili fucina chiamata Tauber si candida a essere una delle stelle più luminose della specialità per  i prossimi anni. Buono il bottino della Francia, che domina nella prova individuale di sciabola femminile grazie all’accoppiata Caroline Queroli – Manon Brunet (con la prima medaglia di bronzo anche fra le Cadette), che fa bottino nelle prove individuali di spada grazie a Hyppolite Bouillot e Coraline Vitalis. E che, per arrotondare il bottino, si prende il bronzo con i ragazzi del fioretto.

Buono il bilancio anche in casa Usa. Che parte dalla conferma del fioretto femminile Giovani, con Sara Taffel che succede sul trono iridato a Lee Kiefer e con il quartetto (assieme alla Taffel, Sabrina Massialas, Megan Partridge e Iman Blow) è andato a una sola stoccata dalla riconferma nella prova a squadre, battuto in finale dall’Italia. Sage Palmedo ha mancato l’oro nella sciabola femminile, ma si è comunque “consolata” con un bronzo che rappresenta la seconda medaglia in altrettante partecipazioni; Eli Dershwitz fa oro e bronzo assieme ai suoi compagni nella sciabola maschile, mentre dai Cadetti è arrivato l’acuto di Samuel Moelis nel fioretto maschile.

Dall’Asia si leva forte l’urlo di Corea e Cina. In particolare i coreani si sono distinti nella sciabola maschile, portando avanti anche fra i “piccoli” gli ottimi risultati che contraddistinguono la loro stagione a livello Senior. La spettacolare finale contro la Russia ha portato loro in dote l’oro nella prova a squadre di sciabola maschile, Dongiu Kim ha vinto nella prova cadetti. Oro anche nella spada cadetti grazie a Myeongki Kim. Buoni risultati anche per la Cina, anche se è mancato l’acuto d’oro. In particolare nel fioretto maschile, l’anno scorso interamente monopolizzato da Haiwei Chen, oro tanto individuale quanto a squadre.

Ma questo è stato il Mondiale in cui nuove realtà sono emerse, nuovi paesi si sono presi il loro posto sulla mappa di questo sport: Mohamed Amer ha regalato un bronzo all’Egitto nella sciabola maschile Under 20, nella stessa gara in cui il belga Jules Emile De Visscher inserisce il suo paese nel Medagliere;  nella gara Cadetti – sempre di sciabola maschile – sono approdati al tabellone principale atleti provenienti da Arabia Saudita, Kuwait (Yusel Alshamlan ha chiuso al nono posto), mentre i fiorettisti australiani Lucas Webber, Matthew Foster, Matthew Dall’Asen, Ned Fitzgerald, han riscritto la storia della scherma “Down Under” battendo la Polonia e approdando ai quarti di finale della competizione a squadre Under 20. Segnali inequivocabili che ormai la scherma sta cambiando e sta diventando sempre più globale. 

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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