Tra Montreux e Mosca, passando per gli Assoluti di Torino. Andrea Baldini si racconta a Pianeta Scherma.
L’esplosione di due giovani come Daniele Garozzo ed Edoardo Luperi, e una seconda parte di stagione non esaltante, l’hanno costretto fuori dalle gare individuali agli Europei di Montreux. Andrea Baldini, però, c’è ed è in forma. L’ha dimostrato a Torino, agli Assoluti, sfiorando il podio nella gara individuale e guidando l’Aeronautica all’oro nella prova a squadre. A Mosca, ancora una volta, sarà nel quartetto che cercherà punti pesanti per le Olimpiadi di Rio 2016. A Pianeta Scherma ha detto qual è il suo stato di forma.
Una stagione che era cominciata bene, proseguita così così, forse adesso hai iniziato a ritrovare sensazioni positive. Agli Assoluti ti sei fermato a un passo dal podio.
Sì, ci sono andato vicino. Ho perso da un amico, innanzitutto, Giorgio Avola. Ho provato a giocarmela su un campo, quello della pazienza e dell’attesa che è più il suo che il mio, sembrava che pagasse ma poi ho tirato un po’ troppo dentro senza parare e Giorgio ha avuto la meglio, ha recuperato quattro stoccate verso la fine, è stato bravo, non era per niente semplice.
Soddisfatto?
Non pienamente, né della gara di ieri né della stagione in generale. La concorrenza è alta, ci sono due giovani come Garozzo e Luperi che hanno confermato di essere ormai dei campioni e dopo il podio a Montreux hanno fatto la finale degli Assoluti. Da questo traggo stimoli maggiori per ripartire dal prossimo anno, anzi, dal Mondiale, una tappa fondamentale in cui sarò impegnato con la gara a squadre. Ho ancora più voglia di fare e soffrire negli allenamenti per andare a Rio.
Essere rimasto fuori dall’individuale a Europei e Mondiali che effetto ti ha fatto?
Dispiace, è chiaro. Stare fuori dall’individuale e dentro la gara a squadre è una situazione che leva un po’ di sicurezza, ti mette nelle condizioni di chi deve dimostrare tutto in una gara sola, anche se è sbagliato. Quando si ha una fiducia a 360 gradi è più facile mantenere la calma in pedana. Ma la concorrenza è aumentata, non siamo più solo i quattro del gruppo storico delle Olimpiadi di Londra e dei Mondiali di Budapest. Se voglio stare lì, dove spero sia il mio posto, bisogna lavorare di più.
Fisicamente come ti senti in vista di Mosca?
Bene, la voglia di fare c’è. Sappiamo tutti e cinque che sarà una tappa fondamentale per le Olimpiadi. Fisicamente ci saranno due ritiri, c’è tutto il tempo per lavorare bene e fare squadra, cosa che ci è mancata un po’ a Montreux, dove forse abbiamo pensato troppo al fatto che eravamo in cinque per quattro posti.
Come dicevi prima, non siete più solo i soliti quattro. Daniele Garozzo ha colto al volo l’occasione presentatasi con l’impegno televisivo di Valerio Aspromonte e poi ha dimostrato di meritarsela.
Stiamo comunque parlando di grandi campioni. Valerio ha fatto una scelta, non voglio entrare nel merito ma penso ci potesse anche stare perché veniva da un periodo stressante con un’Olimpiade e una medaglia mondiale individuale, e penso anche che il merito di Daniele non sia dovuto al fatto che in quelle prime gare Valerio non ci fosse. Per fare una stagione come quella di Daniele bisogna prepararla da molto tempo, non in pochi giorni. Ci ha creduto, ha una voglia di venir fuori palpabile, ed essendo uno schermidore molto forte ha ottenuto i risultati che meritava e sicuramente continuerà a farli.
Pensi che questa sia la squadra che vedremo, incrociando le dita, a Rio?
Se questo sia il quartetto migliore non te lo so dire. Non faccio io il ct, io spero di esserci. Poi siamo l’Italia e siamo consapevoli che chi andrà laggiù avrà i favori del pronostico. Siamo i campioni olimpici in carica, quindi chi ci andrà venderà cara la pelle.
Twitter: GabrieleLippi1
Foto di Augusto Bizzi per Federscherma