Russia, un fioretto…made in Italy

Al maschile la Russia può contare su un gruppo di atleti costantemente in lotta per il podio. Al femminile l’avvicinamento all’Italia è sempre più tangibile. E il merito è tutto di uno staff interamente Italiano.

 

Un Mondiale da protagonisti per chiudere alla grande una stagione sin qui ricca di soddisfazioni. Stefano Cerioni e il suo staff tutto italiano (con lui il Maestro Giovanni Bortolaso e il preparatore atletico Maurizio Zomparelli) sono pronti per le grandi sfide che il Campionato del Mondo di Mosca – il secondo consecutivo in casa dopo quello dell’anno scorso a Kazan – sta per riservare loro. E per la Russia del fioretto il morale è a mille.

staff italia russia

STefano Cerioni, Maurizio Zomparelli e Giovanni Bortolaso festeggiano assieme a Larisa Korobeynikova l’argento nella prova individuale di fioretto femminile a Montreux (foto: Augusto Bizzi)

A partire dalle ragazze, che dopo tante batoste rimediate nelle ultime stagioni dalle azzurre, sembrano aver trovato il bandolo della matassa e pian piano si sono avvicinate al Dream Team. E in un paio di occasioni lo han persino battuto. Quattro vittorie complessive per Inna Deriglazova e compagne (le altre due sono arrivate contro Francia – a Cancun – e Stati Uniti – a Danzica) contro le due ottenute dalle azzurre, che però possono mettere sul piatto della bilancia la medaglia d’oro Europea conquistata non più tardi di due settimane fa sulle pedane svizzere di Montreux. Per le russe, inoltre, è arrivato anche il sorpasso in testa al ranking a squadre, proprio ai danni del Dream Team.

Insomma c’è di che essere felici dalle parti di Mosca, ma Stefano Cerioni preferisce tenere i piedi ben piantati per terra, come lui stesso ci aveva detto nell’intervista immediatamente post europeo: l’Italia è e rimane la nazionale più forte in circolazione – va tenuto in considerazione che le azzurre quasi mai sono state al top della loro forma per acciacchi e problemi vari che a turno hanno rallentato l’una o l’altra fiorettista – anche se le distanze sembrano essersi ridotte notevolmente. Lo dimostrano le due vittorie negli scontri diretti, ma anche il fatto che, contrariamente a quanto accadeva sino alla scorsa stagione, gli assalti rimano sul filo dell’equilibrio fino all’ultima stoccata.

Resta ancora un piccolo dettaglio da limare, di tipo psicologico, ovvero la mancanza di freddezza nei momenti decisivi. Quasi un paradosso, parlando di russe. Spiega Cerioni: «Purtroppo questo è un problema di mentalità su cui dobbiamo lavorare, anche se purtroppo resta molto difficile vincere la paura e avere la convinzione giusta perché si possa poi fare il passo decisivo una volta arrivate a un passo dalla vittoria». Meno gloria ha invece riservato il cammino nelle gare individuale, dove han fatto da padrone l’inarrestabile Arianna Errigo di inizio stagione e l’ingiocabile Elisa Di Francisca di questa parte finale, con il breve interregno di Astrid Guyart e Lee Kiefer a spezzare la catena italiana.

La bontà del lavoro del tecnico jesino, va però valutata battendo altre piste: partendo ad esempio dal presupposto che il materiale umano a sua disposizione, per quanto di ottima qualità dal punto di vista tecnico e sotto l’aspetto della voglia di fare, si fosse rivelato fin da subito rivelato insufficiente sotto l’aspetto quantitativo. Malgrado ciò, Cerioni ha saputo lavorare ottimamente sulle ragazze a sua disposizione, a partire da Inna Deriglazova che ha trovato grande costanza di rendimento, diventando una delle poche in grado di impensierire le fiorettiste azzurre. Ma ha anche messo in rampa di lancio interessanti giovani come Adelina Zagidullina, classe 1993, che in stagione ha fatto podio a Torino e si è affacciata anche fra le prime 16 del Mondo.

La mano di Cerioni si vede anche nel settore maschile. Ancora una volta ci affidiamo alle sue parole rilasciateci a Montreux per spiegare al meglio il concetto: «Al maschile abbiamo creato un gruppo di atleti in grado di lottare per il podio. Prima avevamo il solo Cheremisinov che ogni tanto faceva una finale, ora abbiamo sette/otto atleti che fanno finali e podio con costanza. Indubbiamente questo è segno di grossa crescita». Un gruppo che è il giusto mix di atleti più esperti diventati finalmente costanti, e giovane di prospettiva pronti a esplodere. La stagione che va verso la conclusione, è stata foriera di successi per il fioretto maschile russo: Alexei Cheremisinov, campione del Mondo in carica, ha vinto a Torino, Dmitry Rigin ha fatto doppietta fra Cuba e San Pietroburgo, cui vanno sommati i podi ottenuti da Renal Ganeev (secondo a Torino), dallo stesso Rigin e da Dmitry Zherebchenko, terzo a Shanghai.

Dati i giusti meriti a Cerioni, non si può però prescindere dal parlare di chi coadiuva l’ex ct del fioretto azzurro, ovvero del Maestro Giovanni Bortolaso – demiurgo di Arianna Errigo – e del preparatore atletico Maurizio Zomparelli. Un trio vincente già con l’Italia, che pian piano si sta ripetendo anche all’ombra di San Basilio, rilanciando un movimento che sembrava essere entrato in crisi. Con una ricetta molto semplice: portare in Russia metodi e tattiche italiane, gli ingredienti che hanno reso il fioretto azzurro una corazzata pressoché inaffondabile tanto in campo maschile quanto, soprattutto, in quello femminile.

Di vitale importanza, in particolare, il lavoro svolto dal preparatore atletico, figura del tutto assente prima dell’arrivo dello staff italiano: il meticoloso lavoro di preparazione atletica, portato avanti continuando a battere la strada già intrapresa nella nazionale azzurra, ha permesso di aumentare le performance degli atleti e di recuperarne altri – come ad esempio Artur Akhmathktuzin – che per problemi fisici sembravano irrimediabilmente persi. Una rivoluzione copernicana rispetto al vecchio metodo di allenamento dei russi, che utilizzavano solo i primi 20/22 giorni per mettere benzina in corpo prima di dedicarsi esclusivamente all’allenamento specifico schermistico.

Un bilancio definitivo del lavoro fatto dai tre italiani naturalmente lo si potrà fare solo al termine del quadriennio Olimpico: Rio sarà infatti la cartina al tornasole per una valutazione completa. Ma prima c’è un Mondiale in casa da disputare, con un oro da difendere – quello di Alexei Cheremisinov – e una catena da spezzare: il titolo individuale femminile manca dal 2009, anno in cui a imporsi fu Aida Shanaeva. Da lì in poi, fra Mondiali e Olimpiadi, è stata solo Italia. Risale invece al 2011 l’ultima affermazione a squadre, arrivata proprio ai danni delle azzurre e perdipiù a Catania. Le giornate del 16 e del 19 luglio sono già state segnate con il proverbiale circoletto rosso: la truppa Cerioni risponderà presente all’importante appello?

Twitter: agenna85

Pianeta Scherma su Twitter

Pianeta Scherma su Facebook

Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 

 

 

 
jizzrain.com/vd/2353-video

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *