Battuta Cecilia Berder. Podio per Marton e Shen. Deludono Kharlan e le azzurre
L’inchino della Regina al suo pubblico. Che per tutta la giornata l’ha spinta verso il secondo Mondiale, un oro lucentissimo conquistato in casa, da mettere a fianco di quello vinto nel 2011 a Catania. Una cornice da brividi per l’incoronazione definitiva di una stagione incredibile: quattro vittorie in Coppa del Mondo, la doppietta Mondiale ed Europeo. A 30 anni Sofya Velikaya (o Sonia, come preferisce essere chiamata) sfodera la sua annata perfetta e la impreziosisce con un sigillo d’oro purissimo. Una cavalcata trionfale, distruggendo tutto ciò che incontrava sulla sua strada con impressionante facilità, e piegando in finale una meravigliosa Cecilia Berder: la francese cavalca fiera le onde mosse dagli dei della scherma in vena di mischiare le carte, elimina Irene Vecchi e poi abbatte il colosso Olga Kharlan (15-10), quindi fa soffrire fino all’ultimo la Velikaya, che alla fine chiude sul 15-12 e si concede all’abbraccio di un palazzetto da brividi
A completare il podio, una grande Anna Marton, che tiene testa alla fuoriclasse russa, passando anche a condurre per 4-0, prima però di subire il ritorno della Velikaya, che quando decide di accelerare e cambiare passo, fa calare rapidamente il sipario sul match con un parziale di 8-0 dal 7-7, rimandando al prossimo esame la giovane ungherese. Terzo posto anche per la cinese Chen Shen, che nulla ha potuto contro un’ispirata Berder, che ha chiuso il match con un’uscita in tempo spaziale.
Succede di tutto e di più a Mosca nella gara di sciabola femminile. Con sommo scorno di tutti quelli che si aspettavano la definitiva resa dei conti fra la Kharlan e la Velikaya. E invece il rendez-più più atteso e prevedibile, salta agli ottavi di finale per mano della francese Cecilia Berder, che infligge alla fuoriclasse ucraina un’altra sconfitta cocente. Olga, che durante tutta la stagione ha tirato da marziana, si scopre umana, colpita e affondata dalle bordate italiane e francesi. In mezzo, la brutta gara di Baku, a questo punto da leggersi a posteriori come forte campanello d’allarme. Tutta la gara di oggi è stata piena di sorprese, con tante cadute illustri verificatisi anzitempo: il primo upset arriva al tabellone dei 32, grazie alla vietnamita Nguen capace di sorprendere nientemeno che la campionessa Olimpica Jiyeon Kim, poi Anna Marton e Cecilia Berder ci aggiungono il carico stendendo Mariel Zagunis e Olga Kharlan agli ottavi. Niente medaglia nemmeno per la greca Vassiliki Vougiouka, che per il quarto anno consecutivo fra Olimpiadi e Mondiali si vede sempre sbarrare la strada per la medaglia quando il traguardo sembra essere ormai a un passo.
E l’Italia? La squadra azzurra esce dalle pedane di Mosca con tanta delusione, per una gara che ha visto uscire di scena Loreta Gulotta già nel tabellone delle 64 e al turno successivo tutte le altre sciabolatrici. Recrimina, e non poco, Rossella Gregorio: la stoccata del 15-14 che ha mandato avanti l’ucraina Komashchuk proprio non le va giù. Le sconfitte di Irene Vecchi contro Cecilia Berder e di Ilaria Bianco contro la cinese Chen Shen possono essere rese meno amare dai risultati poi ottenuti dalla francese e dalla cinese. Ma resta una gara purtroppo negativa, da cancellare al più presto e magari tramutare in benzina per la gara a squadre la rabbia e la delusione di oggi.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma