Il commento di Andrea Cipressa alle prove individuali di fioretto maschile e femminile a Mosca.
Un bronzo da Arianna Errigo e zero medaglie dalla gara maschile. Non è propriamente andata secondo i piani di Andrea Cipressa la giornata dedicata alle prove individuali di fioretto, e lo stesso Commissario Tecnico azzurro non lo nega. Lo abbiamo intervistato nel day after, per un commento a mente fredda sulle due gare di ieri.
Andrea, a mentre fredda, come come commenteresti le gare di ieri?
Per quanto riguarda le nostre gare, non sono per nulla contento. Però sono molto felice per Yuki Ota, è un ragazzo che so che è molto forte e che finalmente ieri ha coronato il suo sogno, tirando peraltro molto molto bene. Ieri, ne parlavo anche con il ct della Francia, sono state due gare davvero strane, però il Mondiale è così, a volte rispetta i pronostici a volte lascia spazio alle sorprese.
Nella gara femminile è arrivato il solo bronzo di Arianna, come lo spieghi?
La verità è che abbiamo tirato male. Si è vero ci sono state alcune sviste arbitrali, ma parte del gioco e io non sono uno che si attacca a queste cose, perché non mi piace. La reale analisi della situazione, ripeto, è che abbiamo tirato male, quasi come se si affrontassero i match più con la paura di perdere e non con la voglia di vincere. E questo vale tanto per le ragazze quanto per i ragazzi. Comunque sono convinto che questa lezione ci possa fare bene, non si può pensare di fare sempre scorpacciata di medaglie perché esistono degli avversari e ieri ce lo han dimostrato. Spesso invece si parte dal presupposto che siamo noi a perdere, invece esistono avversari che ci battono…
E i ragazzi?
La stessa cosa, quando si tira male si può vincere ma si può perdere e bisogna metterlo in conto. A volte ci vuole anche un pizzico di fortuna nel non trovare avversari incompatibili con il proprio tipo di scherma. Prendi Edoardo Luperi, che con la scherma di Lei – che, ben chiaro, è un grandissimo campione – non si incastra proprio.
Prima hai detto che questa sconfitta potrebbe fare bene, in che senso?
Perchè a volte il rischio di “imborghesirsi” è dietro l’angolo quando si vince tanto. C’è sempre il rischio che si venga qui solo per “timbrare il cartellino”, incassare le medaglie e poi andar via. E invece no, ci sono degli avversari che non vanno sottovalutati, ma nemmeno sopravvalutati, perchè dobbiamo essere sempre consapevoli della nostra forza e di chi siamo. Comunque meglio aver perso ieri che non perdere l’anno prossimo…
Passando alla gara a squadre, al femminile sarà ancora Italia – Russia secondo te? E come la vedi questa eventuale finale?
La scherma è uno sport dove tutto può accadere, ma dovendo analizzare le individualità e la forza delle singole squadre, quella fra Italia e Russia sembra sulla carta una finale scontata. Poi ripeto, tutto può succedere e comunque ci sono anche Francia, Corea, Ungheria o la Polonia. La sfide con la Russia si sono spesso risolte all’ultima stoccata, come a Strasburgo e Montreux, a volte abbiamo vinto noi a volte loro. Oltretutto Deriglazova e compagne sono cresciute molto, erano già fortissime e ora lo sono ancora di più grazie al lavoro di Stefano e dei maestri italiani.
Per la gara a squadre maschile, invece, si prevede lotta ancora più dura. Cosa può fare l’Italia?
Il ranking attuale direi che rispecchia perfettamente le forze in campo. C’è la Francia, la Russia, la Cina, gli Usa e, ovviamente l’Italia. A livello maschile la forze in campo sono più omogenee, come dimostrato dalle prove di Coppa del Mondo che ha avuto tanti vincitori diversi. Domani ci attende un esordio contro una fra Ucraina e Ungheria per entrare negli otto, quindi potremmo trovare gli Usa, che sono un avversario molto tosto, che ieri ha mandato due atleti a medaglia e uno nei primi otto. Ad ogni modo, la nostra parola d’ordine è solo una, vincere! Dobbiamo perlomeno confermare il bronzo dell’anno scorso, ma con la consapevolezza che siamo una squadra che può vincere il Mondiale.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma