Francia, il caso Obry scuote la spada d’Oltralpe

Duro botta e risposta con la FFE dopo le parole del Ct della spada. Rischio rottura, poi le scuse e la tregua

 

 

Terremoto sfiorato, e situazione al momento congelata, nella spada francese, al termine di 48 ore infuocate che hanno rischiato di mettere a soqquadro uno dei movimenti schermistici apparentemente più floridi dell’intero panorama internazionale. Il dado è tratto già nella giornata di sabato, al termine delle prove a squadre di spada ai Mondiali di Mosca, quando il Responsabile Tecnico della spada francese, l’ex campione del Mondo Hugues Obry, rilascia dichiarazioni durissime rivolte ai vertici della Federazione francese (FFE) in un’intervista pubblicata ieri dall’Équipe, nella quale annunciava la sua intenzione di rimettere il mandato fra un anno esatto, alla conclusione delle Olimpiadi di Rio 2016.  L’intervista è un vero e proprio atto di accusa contro le procedure, i metodi e non da ultimo gli stessi vertici federali. «Per lavorare bene ho bisogno di sentirmi bene, di essere circondato da persone che condividono le mie stesse idee e i miei stessi obiettivi – questo l’incipit del pensiero di Obry nell’intervista – Ora non me la sento più di dover lottare tutti i giorni per far valere le mie idee. I risultati sono ottimi, per tutti io dovrei essere il Ct più felice del mondo… e invece non è così».

L’atto d’accusa verso i vertici federali transalpini è senza sconti, con il casus belli fatto risalire ad alcune scelte non condivise riguardanti lo staff di preparatori atletici della Nazionale per i recenti Europei di Montreux: «Mi sento sempre con i bastoni tra le ruote. So di avere un carattere difficile, ma è proprio questo che mi ha permesso di ottenere i risultati che ho ottenuto, prima come atleta e poi come tecnico». Il bersaglio di Obry ha un nome e un cognome, ovvero il vice-presidente della FFE, Philippe Boisse, a sua volta ex schermidore e olimpionico: «Ho grande rispetto per la scherma francese e per lui come atleta, ma come persona non più. Non è accettabile sapere che c’è qualcuno che aspetta solo la prima occasione per chiedere la tua testa. Dopo Rio lascerò quella che per me è una seconda famiglia, ma a queste condizioni mi sarà impossibile proseguire oltre».

Come prevedibile le dichiarazioni di Obry, oltre al clamore destato nell’intero mondo della scherma, hanno provocato l’immediata reazione della stessa FFE, per bocca della Presidente Isabelle Lamour, che prendendo a pretesto la tempistica delle esternazioni a Mondiale non ancora terminato, ha preannunciato il licenziamento con effetto immediato dello stesso Obry, per il quale si attendeva soltanto la ratifica del Ministero dello Sport francese, di cui il Settore Tecnico è diretto dipendente. Tutto finito? Assolutamente no, infatti nello spazio di un giorno alla parziale marcia indietro innestata da Obry, che in un comunicato ha presentato le proprie scuse soltanto alla Presidente Lamour «per l’intempestività delle mie dichiarazioni» chiedendo poi di poter «proseguire nel proprio incarico fino alle prossime Olimpiadi, secondo gli accordi presi a suo tempo», ha corrisposto la parziale frenata della stessa FFE, che a sua volta ha congelato ogni decisione a dopo i Giochi con queste parole: «Dal momento in cui Hugues ha presentato le proprie scuse tramite la stampa e non solo personalmente – questo il distinguo di Lamour – chiederò di sospendere la procedura, già avviata, per il suo allontanamento»

Hugues Obry, chiamato a ricoprire l’incarico di Responsabile Tecnico della Nazionale francese di spada maschile e femminile dopo le Olimpiadi di Londra 2012, in questi tre anni ha avuto l’indubbio merito di ricostruire un movimento in progressivo declino e riportare la Francia ai livelli più alti della specialità, soprattutto a livello maschile: due vittorie in Coppa del Mondo individuale (Robeiri nel 2014 e Grumier quest’anno) e due a squadre (2014 e 2015), tre medaglie iridate individuali tra cui l’oro di Robeiri a Kazan 2014 e due a squadre tra cui l’oro conquistato sempre a Kazan un anno fa, un rendimento medio eccezionale tanto a livello individuale con quattro atleti nelle prime 15 posizioni del ranking, quanto a squadre, con l’équipe francese saldamente in testa al ranking e tuttora la squadra da battere, come ha ben dimostrato a Mosca la statura dell’impresa del quartetto azzurro ai quarti di finale. Gli strascichi che questo caso potrà lasciare sull’intero movimento, a questo punto, saranno tutti da verificare.

Twitter: MattiaBoretti

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Fotografia FFE (Augusto Bizzi) / Facebook
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