La lotta per Rio si sposta a Budapest

In Ungheria la seconda tappa di Coppa del Mondo di sciabola maschile. Fondamentale la prova individuale. 

 

«Il nostro peggior nemico è la paura di non farcela». Alla vigilia della seconda settimana di Coppa del Mondo, il ct Giovanni Sirovich analizza così la situazione in casa italsciabola. La death line del 31 marzo è sempre più vicina, e man mano che il fatidico giorno si staglia sempre più chiaramente all’orizzonte, la tensione come normale cresce l’ansia da prestazione pervade i pensieri di tutti. Soprattutto i ragazzi della nazionale maschile, che si giocano il tutto per tutto nelle gare individuali, con al massimo due posti e con cinque pretendenti più o meno attrezzati per arrivare a ghermire i preziosi ticket a Cinque Cerchi.

Archiviata la gara di Tbilisi, chiusa con pochi acuti, l’Italia proverà – in casa del campione Olimpico in carica, Aron Szilagyi -a riscattarsi e riproporre sul podio un proprio atleta in una gara individuale, fatto che non accade dalla tappa di Varsavia dello scorsa stagione, quella che certificò definitivamente la nascita della stella Luca Curatoli. O, per meglio dire, la prova provata del fatto che il napoletano fratello d’arte aveva fin da subito tutte le carte in regola per ripetere anche fra i più grandi le mirabilie messe in mostra a livello Under 20. Un’ascesa inarrestabile quella di Curatoli, poi culminata con l’oro mondiale a squadre vinto da assoluto protagonista. Ed è proprio lui a porsi come principale rivale di Aldo Montano e Diego Occhiuzzi, ora che Luigi Samele ha perso la possibilità di disputare Europei e Mondiali mentre Enrico Berrè sembra non riuscire ad emergere dalle difficoltà iniziate la passata stagione.

Ma la lotta in casa Italia non è certamente l’unico spunto interessante del week-end ungherese. Che non può prescindere dalla voglia di riscatto del padrone di casa, Aron Szilagy. La grande prova di Montreux, culminata con l’oro Europeo, lo aveva messo fra i favoriti per il Mondiale, chiusi però ai piedi del podio, mentre l’esordio della nuova stagione era terminato già al secondo assalto di giornata. La gara di casa allora potrebbe essere manna: la sua città natia storicamente gli ha portato bene (sale sul podio ininterrottamente dal 2012), ma non è mai riuscito a vincerci, nè in Coppa del Mondo nè ai Mondiali 2013.

La Russia riparte da Alexei Yakimnko, che ha debuttato nel migliore dei modi portandosi a casa la gara d’esordio e facendo filotto con il Mondiale di Mosca. Due risultati che, sommati alle buone prestazioni delle precedenti gare valide per la qualifica olimpica, di fatto costituiscono una seria ipoteca sul biglietto per Rio, mentre il secondo posto rimane affare fra Nikolay Kovalev, Veniamin Reshetnikov e Kamil Ibragimov. Si attendono squilli dai coreani, in particolare da Bongil Gu e Junghwan Kim, mentre sono chiamati a confermare quanto di buono han fatto a Tbilisi i due iraniani Alì Pakdaman e Mojtaba Abedini, entrambi in finale a 8 in Georgia. Un risultato che non deve sorprendere più di tanto, e che in caso di ulteriore nuovo exploit, fornirebbe prove sempre più concrete a quanto andiamo affermando da un paio di stagioni a questa parte: la scherma sta diventando uno sport sempre più globale, e da qui ai prossimi anni saranno sempre di più le nazioni in grado di portare i propri atleti al vertici della mappa schermistica mondiale.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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