A Orleans seconda tappa del circuito femminile. I temi della gara e la presentazione della prova francese.
Tre settimane dopo il vernissage in terra venezuelana, firmato da Mariel Zagunis e dalle campionesse del Mondo della Russia nella prova a squadre, la Coppa del Mondo di sciabola femminile fa tappa in Francia per affrontare una delle gare classiche del circuito, ovvero quella di Orleans.
Una gara molto attesa soprattutto dalle transalpine, che contano sulla spinta del sempre meraviglioso pubblico per trovare il guizzo vincente e arrivare il più in alto possibile in classifica. Molte sono le ragazze che a Orleans vivono e si allenano, per le quali quella di sabato e domenica diventa letteralmente la gara di casa: è il caso della vice campionessa del Mondo Cecilia Berder, ma anche della giovane Manon Brunet, la cui stella ha cominciato a brillare anche a livello individuale con il podio artigliato a Caracas. Per la diciannovenne lionese, si tratta ora di confermare il buon risultato del Venezuela, mentre la ventiseienne di Quimper ha una gran voglia di riscattare davanti alla sua gente la poco brillante gara d’esordio chiusa già al tabellone del 32.
Tanti però sono i temi interessanti della gara che sta per arrivare, a partire dalla lotta per il vertice. Mariel Zagunis è tornata a far sentire la voce grossa sul gradino più alto del podio, Sofya Velikaya è uscita – prima volta dopo dieci gare – dalle prime tre, mentre Olga Kharlan continua nel suo momento poco brillante cominciato sul finire della passata stagione e protrattosi anche all’esordio stagionale. La fuoriclasse ucraina ha più volte (e in maniera esplicita) ribadito che sta puntando tutto su Rio e che la sua mente è già focalizzata verso la gara a Cinque Cerchi, cui punta a qualificarsi con la squadra, ma da troppe gare a livello individuale non sembra la stessa cannibale ammirata in molte occasioni, anche nella passata stagione. Sabato scopriremo se le pedane francese ci restituiranno una Kharlan in grande spolvero e una nuova puntata dell’avvincente lotta fra quelle che, al momento, sono le tre regine della disciplina.
In casa Italia si riparte dalla certezza Rossella Gregorio. La salernitana ha già dato prova a Caracas di essere carica a pallettoni per la nuova stagione e ha centrato il podio, un terzo posto che forse avrebbe anche potuto essere qualcosina in più dal momento che la coreana Jiyeon Seo era avversaria ampiamente alla portata della nostra portacolori. La gara francese segna il ritorno in pedana di Lucrezia Sinigaglia: la venticinquenne padovana sembra essersi finalmente lasciata alle spalle il periodo nero dell’anno scorso, quando prima una seria distorsione alla caviglia rimediata a Caracas e poi un grave crac al ginocchio l’avevano costretta ai box per lungo tempo. Riparte da una laurea e, soprattutto, da una gran voglia di tornare a fare quello che più ama, e magari prendersi il posto in squadra per Rio.
A tal proposito, di fondamentale importanza diventa la gara di domenica. Assente ancora Ilaria Bianco, Sirovich punterà probabilmente ancora su Martina Petraglia come quarta accanto alle confermatissime Rossella Gregorio, Loreta Gulotta e Irene Vecchi. L’assenza di una squadra africana fra le prime 16 spalanca all’Italia le porte olimpiche, con lo slot europeo di proprietà della Polonia, avanti di soli quattro punti. Russia che rimane la favorita di giornata per la vittoria di tappa e le solite note a fare la lotta per il podio, con un particolare occhio alle padrone di casa (reduce da un sesto e un quinto posto nelle ultime uscite, conditi da altrettante sconfitte contro le azzurre) che faranno leva sulla loro chimica di squadra e sulla spinta del pubblico per provare a scardinare le difese delle corazzate Russia, Ucraina e Stati Uniti.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
