Ibtihaj Muhammad sarà la donna prima statunitense a gareggiare in un’Olimpiade indossando il copricapo tradizionale della religione islamica.
Per la leggenda l’appuntamento è fissato nei giorni dell’8 e del 13 agosto, quando Ibtihaj Muhammad si giocherà le medaglie olimpiche sulle pedane di Rio tanto nella prova individuale quanto in quella a squadre. A prescindere da quello che accadrà in Brasile, questa trentenne nativa del New jersey il suo posto nella storia lo ha già. Diventerà infatti la prima atleta statunitense in assoluto a gareggiare in un’Olimpiade indossando l’hijab, il velo portato dalle donne islamiche dopo essere stata la prima donna musulmana a entrare nella nazionale a stelle e strisce di scherma.
La Muhammad è già certa di un posto in squadra in virtù dell’ottimo ruolino di marcia mantenuto durante le prove di Coppa del Mondo valide per la qualificazione olimpica. Il terzo posto della prova di Atene ha significato per lei il secondo podio stagionale e il biglietto per l’Olimpiade. Dove ritroverà Mariel Zagunis e, con ogni probabilità, Dagmara Wozniak, in una formazione che fotografa perfettamente la multietnicità degli Stati Uniti. Musulmana e di discendenza afroamericana la Muhammad, figlia di due olimpici lituani la Zagunis, polacca di famiglia e di nascita la Wozniak.
Ibtihaj ha cominciato a tirare di scherma a 13 anni: una scelta aiutata anche dal fatto che la divisa bianca utilizzata dai tiratori si sposava perfettamente alle esigenze imposte alle donne dalla religione islamica. «I miei genitori erano alla ricerca di uno sport che non avrebbe comportato alterazioni ai miei abiti musulmani» racconta la sciabolatrice in un’intervista rilasciata a buzzfeed.com. Quindi gli inizi, i primi assalti con la spada, i viaggi fra Maplewood, dove vive la famiglia, e la palestra a New York, le cene consumate in auto: «Molti genitori, prima delle gare, sono soliti dire ai loro figli di dare il massimo oppure di divertirsi, mia mamma invece mi diceva sempre la solita cosa, “Non farmi buttare via i soldi!”».
Con l’ingresso nella High School, il cambio di arma: su richiesta del suo coach del tempo, Ibtihaj impugna la sciabola. Una scelta vincente, che in breve tempo la porta a vincere gare su gare fino ad arrivare nella nazionale, con la quale centra una medaglia d’oro iridata (Kazan 2014) e ben quattro bronzi. Ora la qualificazione alle Olimpiadi, finalmente artigliata dopo che nel 2012 un infortunio le aveva impedito di stampare il biglietto per Londra.
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