In Belgio per mettere l’ultimo mattoncino

A Sint-Niklaas azzurre per ufficializzare la qualificazione olimpica e ritrovare un podio che manca da un anno. 

 

Ultima fermata, Sint-Niklaas. La sciabola femminile termina sulle pedane belghe il proprio percorso di qualificazione a squadre prima di sciogliere a Seul gli ultimi nodi su chi approderà a livello individuale. L’Italia riparte dal quinto posto ottenuto ad Atene che di fatto l’ha portata a un passo dall’obiettivo principe, ovvero la qualificazione per Rio 2016.

La missione che attende quindi Ilaria Bianco, Rossella Gregorio, Loreta Gulotta e Irene Vecchi è duplice: da una parte mettere l’ormai famoso ultimo mattoncino olimpico, dall’altra riprendersi il podio che manca da un anno: in quell’occasione fu vittoria a Gand (in quartetto Martina Petraglia al posto di Loreta Gulotta), con una gara capolavoro chiusa con la vittoria in finale sulla Francia e passata anche dall’affermazione per 45-34 sulla Russia che da lì a poco tempo avrebbe poi fatto piazza pulita di tutto quello che si poteva vincere. Da quel giorno in poi una lunga serie di piazzamenti fra quarto e quinto posto, utili alla causa olimpica ma lontani comunque dagli standard di rendimento di una squadra che ha tutto per lottare per il podio. Domenica sarà sufficiente arrivare davanti alla Polonia per portare a casa il biglietto olimpico, e quindi poter progettare con calma l’assalto all’unica cosa che conta in una gara Olimpica, ovvero la medaglia.

Al momento, però, Russia e Ucraina – soprattutto se la capitana Kharlan è ispirata come ad Atene – sembrano un passo avanti, mentre continua prepotente l’ascesa della Francia, che negli ultimi due anni è passata dall’essere una pericolosa mina vagante a una vera e propria candidata per la vittoria. Fra l’altro, proprio alle francesi è da ascrivere l’ultima sconfitta dell’Italia ad Atene, un netto 45-29 ai quarti che ha estromesso le azzurre dalla lotta per la vittoria. Discorso che probabilmente sarà ancora tutto circoscritto fra Russia e Ucraina: Velikaya e compagne, dopo aver vinto al debutto in Venezuela, per ben due volte hanno dovuto inchinarsi alla legge di Olga Kharlan, strepitosa nel pilotare le sue compagne alla duplice consecutiva vittoria. E se nella prova individuale la bionda di Nikolaevka sembra procedere con il freno a mano tirato, è nelle prove a squadre che si trasforma tornando a essere la splendida fuoriclasse che siamo soliti ammirare.

E che, chissà, potremmo tornare ad ammirare anche da “solista” nella prova individuale di Sint-Niklaas, sede dell’edizione 2016 del “Cahllenge Yves Brasseur”. Dove anche le azzurre vanno a caccia di un podio centrato solamente una volta in stagione, grazie a Rossella Gregorio e al terzo posto di Caracas. Quindi le due finali a otto centrate da Loreta Gulotta, senza che però la sciabolatrice di Castelvetrano riuscisse ad artigliare il tanto agognato risultato. Che cercano anche Ilaria Bianco – alla seconda gara stagionale – e Irene Vecchi, con la livornese che ancora non sembra riuscire ad esprimersi al meglio.

Fra le big non italiane, c’è una lanciatissima Mariel Zagunis, già due vittorie per lei quest’anno e a caccia del tris. Sofya Velikaya sembra aver ritrovato dimestichezza con il podio (non che la stagione della russa sia stata poi così negativa , dato che nelle altre due gare ha fatto due quinti posti) e punta alla prima vittoria stagionale. Proprio qui, l’anno scorso, centrò una delle sue quattro affermazioni in Coppa del Mondo, tassello della stagione perfetta poi chiusa portandosi a casa Europeo e Mondiale: in finale si impose per 15-10 su Mariel Zagunis, mentre a completare il podio furono Olga Kharlan e Anna Marton. Che fra le giganti della specialità non sfigura affatto: la ventunenne ungherese, anzi, è sempre più una solida realtà del movimento, come attestato dal bronzo ai Mondiali di Mosca del 2015. Ci mettiamo anche lei fra le favorite se non per la vittoria, perlomeno per il podio accanto alle solite note che animano ogni fine settimana di Coppa del M0ndo.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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