Il quartetto azzurro della spada maschile si laurea campione del mondo dopo aver battuto in finale l’Ungheria.
Daniel De Mola, Gianpaolo Buzzacchino, Alessandra Bozza, Beatrice Cagnin; e, ancora, Valerio Cuomo e Alice Clerici. A questi nomi, aggiungete ora quelli di Davide Canzoneri, Gabriele Risicato e Federico Vismara. I tre tenori che oggi, con la meravigliosa cooperazione di un super Valerio Cuomo (ancora lui!), hanno portato l’Italia sul tetto del Mondo nella prova a squadre al maschile. L’Italia dei Cadetti e degli Under 20 vola sulle ali di un settore, la spada, che tramuta in oro tutto ciò che tocca, portando in dote la medaglia complessiva numero 16 della spedizione azzurra in Francia
Una cavalcata meravigliosa, conclusa stendendo il colosso ungherese per 45-42: Gergely Siklosi, Patrick Esztergalios e Szombor Baniay fin dalle prime battute del match non riescono a trovare una soluzione per arginare gli scatenati azzurrini, che mettono giù un capolavoro corale in cui tutti gli interpreti sono coinvolti. In cattedra ci sale Cuomo, in forma scintillante e galvanizzato dall’argento individuale: il figlio del ct – che segue da fondo pedana – dà spettacolo con numeri d’alta scuola, gli altri mettono la loro quota stoccate. Dal canto loro gli ungheresi trovano finalmente il bandolo della matassa e si rimettono in carreggiata, fino ad arrivare a sfiorare gli azzurri. L’ultima frazione regala qualche brivido, finchè Vismara non mette la firma finale e regala al quartetto italiano una medaglia d’oro più che meritata al termine di una stagione in cui i ragazzi sono stati fra i protagonisti della scena internazionale.
E al termine di una giornata, quella odierna, iniziata dalla vittoria sull’Australia agli ottavi e passata attraverso quelle contro Svizzera, Repubblica Ceca e Cina, terza fine a giornata. Quindi l’apoteosi nell’atto conclusivo contro l’Ungheria. E c’è un immagine che più di altri spiega la giornata di oggi: pochi secondi prima che la finale abbia inizio, tutti i ragazzi sorridono e parlottano fra di loro. Come se quello che sarebbe successo da lì fino al momento di salire uniti sul gradino più alto del podio per ascoltare l’Inno di Mameli fosse già scritto, come un copione da mandare a memoria per la più perfetta delle recite.
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma