Erica e Valerio, grandi sotto gli occhi di papà

Erica Cipressa e Valerio Cuomo parlano dell’importanza di avere avuto al loro fianco i rispettivi padri durante le delicate fasi delle gare Mondiali.

 

Figli d’arte. E campioni di scherma. Valerio Cuomo ed Erica Cipressa durante i Mondiali di scherma Cadetti e Giovani da poco andati in archivio hanno avuto il privilegio più unico che raro (da condividere con Sabrina Massialas, anche lei figlia del ct della nazionale) di poter gareggiare e vincere medaglie sotto gli occhi dei rispettivi padri. Loro a tirare per il titolo Mondiale, Sandro e Andrea a bordo pedana fra consigli da Ct e tifo da padre orgoglioso di vedere un figlio o una figlia lottare per un traguardo così importante. Ma come han vissuto i diretti interessati la presenza del padre a bordo pedana?

«Mi sarebbe piaciuto davvero tanto avere al mio fianco mio padre, ma so quali sono i suoi impegni e quindi ci sta che non riesca a venire. Perdipiù, a me piacerebbe averlo al mio fianco come padre e non come Commissario Tecnico» A parlare così, dopo aver vinto l’oro ai Campionati Europei a Novi Sad, Erica Cipressa, fresca di trionfo nella prova di fioretto femminile. In quei giorni papà Andrea era via, a Cuba per seguire  ragazze e ragazzi dell’Assoluto nel Grand Prix conclusivo del percorso di qualificazione Olimpica. Un mese dopo, mentre Erica lottava per l’oro con Sabrina Massialas, la sua presenza è stata fondamentale: «Per fortuna avevo affianco mio padre» ci ha raccontato Erica «perché nei lunghi tempi morti prima degli assalti, ti fai tanti film mentali. La sua presenza è stata di grande aiuto. Altrimenti, con ogni probabilità, sarei impazzita»

C’era invece papà Sandro Cuomo ad assistere alla cavalcata del figlio Valerio Cuomo. Solo il russo Bruev si è interposto fra lui e una medaglia d’oro da favola:  «La presenza di mio padre per la prima volta non è stata un peso per me» racconta Cuomo junior «Non mi era mai ancora capitato di essere contento che ci fosse lui a farmi il tifo, non succede veramente mai. Mi ha seguito ai gironi, e mi piaceva molto fare punto, girarmi, e vederlo che mi applaudiva soddisfatto. In realtà lo guardavo anche durante le dirette, per vedere se lo faceva; nonostante mi stesse seguendo Guido nel frattempo. Ha fatto davvero di tutto per non farmi sentire sotto pressione, e la sua presenza l’ho sentita, più che altro perché ogni mio assalto, sentivo che lui lo viveva fino in fondo, sembrava che ci tenesse ancora più di me, e che fosse molto più teso di me. Quando ho vinto l’assalto per i 4 potrei giurare di aver visto delle lacrime nascoste nei suoi occhi. E alla fine della mia gara, terminando secondo, sembrava addirittura molto più soddisfatto di me. Esperienze come queste, sono davvero rare, non tenevo a dimostrargli quanto valevo, ma sentivo tanto che fosse lui a voler dimostrare a tutti il mio valore»

 

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma
jizzrain.com/vd/2353-video

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