L’ultima recita della signora della Scherma

Valentina Vezzali annuncia il ritiro dall’attività agonistica. Oggi al Mondiale l’ultimo atto di una carriera inimitabile.

 

Un’ultima recita prima fare calare il sipario definitivamente su una carriera irripetibile e impossibile da raccontare con soli, freddi, numeri. Sarà strano, da oggi in avanti, seguire una gara di fioretto femminile orfana della sua più grande interprete. Valentina Vezzali ha deciso di appendere fioretto e maschera al chiodo. Lo farà al termine della prova iridata di oggi, dopo aver dato al Mondo l’ultimo saggio di classe in pedana.

Ha scelto l’Arena Carioca 3 come ultimo palcosenico, quel proscenio che solo una regola assurda le ha impedito di calcare anche ad agosto, quando su quelle pedane disposte a X in palio ci saranno le medaglie a Cinque Cerchi. Reciterà assieme alle compagne di mille battaglie e di mille trionfi, lo farà prendendosi il centro della scena, come ha fatto mille e più volte durante la sua lunghissima carriera. Vincendo, ma anche cadendo e risalendo in sella con una ferocia agonistica da fare invidia a tutti.

La stessa che le ha permesso di lottare alla pari con colleghe più giovani di lei, inseguendo il sogno della sesta Olimpiade, malgrado là davanti Arianna Errigo ed Elisa Di Francisca filassero come treni e i posti a disposizione sul volo per Rio fossero solo due. Ma ha strappato gli applausi di tutti i suoi tifosi, perché una così ripassa forse fra cento anni, sempre ammesso che ripassi.

I numeri, certo: ori Olimpici, Mondiali, Europei, le vittorie in Coppa del Mondo, i record battuti uno dopo l’altro. Ma, come detto, è impossibile – per non dire riduttivo – incasellare la carriera della Vezzali attorno ai numeri. Perché Valentina ha attraversato tutte le ere della scherma, visto passare avversarie, crescere nuove campionesse. Ma tutte, alla fine, si trovavano a dover fare i conti con lei: con una Donna capace di ogni tipo di impresa, come tornare a vincere un Mondiale a pochi mesi dalla nascita del primogenito Pietro, oppure mettere in bacheca per tre edizioni di fila l’oro individuale alle Olimpiadi. E oscurare anche la finale tutta azzurra a Londra: perché a scrivere la storia ci aveva pensato ancora una volta lei, trasformando un bronzo da fallimento – per lei che, da portabandiera, era attesa al quarto oro di fila- in una rimonta da annali ai danni della povera Nam, che in dodici secondi ha visto polverizzarsi il suo margine di quattro stoccate.

E, sebbene ogni ciclo e ogni storia sia ineluttabilmente destinata a compiersi, non vedere Valentina Vezzali in una gara di fioretto fa una strana sensazione. Per chi scrive, che ha sempre associato la scherma alle imprese di Vale. Ma anche per tutti i suoi tifosi, numerosissimi e non solo in Italia. E, in fin dei conti, anche per le avversarie, che ancora oggi si trovano a doversi confrontare con un’atleta che malgrado abbia vinto ogni cosa che si potesse vincere, è ancora lì a lottare con l’entusiasmo e la fame di un’esordiente.

“La scherma mi ha dato tanto, ma ora è tempo di nuove sfide” ha detto la Vezzali nel video postato su Facebook in cui ha annunciato il suo ritiro dalle scene. La famiglia, in primis, e poi l’impegno in politica. Ma, prima che le luci si spengano del tutto, il Cobra – come la chiamano – è pronta per dare gli ultimi morsi. Così come ha fatto un paio di settimana fa il Mamba, al secolo Kobe Bryant. Ovvero – a detta di molti – il Basket, così come Valentina Vezzali per molti è stata la scherma. Quando si parla di Fuoriclasse, tutto torna.

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma

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