Arianna, multiforme ingegno della scherma

Agli assoluti ha dato spettacolo anche come sciabolatrice. Anatomia del fenomeno Errigo.

 

Si è divertita e ci ha divertito. Ma, soprattutto, ha dato spettacolo e ha vinto. Protagonista assoluta, perfettamente coadiuvata dalle ottime Livia Stagni e Rossella Gregorio, del titolo a squadre del Centro Sportivo dei Carabinieri nella sciabola femminile. Arianna Errigo ama alla follia impugnare la sciabola e cimentarsi con quella che è per antonomasia l’arma d’attacco: del resto lo ha ripetuto più e più volte, la scherma di sciabola è quanto più va vicino al modo di tirare che le permette di accumulare vittorie su vittorie nel fioretto. E chissà che storia staremmo qui a raccontare oggi se quattro anni fa a Londra la Storia, quella a Cinque Cerchi, avesse preso un’altra direzione rispetto a Jesi. «Prima di Londra però l’avevo detto, che in caso di oro ci avrei fatto un pensiero al cambio di arma. Perlomeno ci avrei provato per un anno, due» ci aveva raccontato in una recente intervista.

Un’idea che va e viene dalla testa della fuoriclasse di Muggiò: perché è troppo il divertimento che prova tirando di sciabola, e ieri si è visto. Sarebbe davvero intrigante vedere la Errigo sfidare le grandi interpreti della sciabola internazionale, anche se prima di pensare al futuro c’è un appuntamento importante da affrontare con il fidato fioretto, compagno di mille avventure e mille trionfi. Certo, uno “switch” di arma fatto quattro anni fa, quando Arianna aveva 24 anni, sarebbe stato molto più facile da affrontare, ma sulle pedane tricolori di ieri ha ampiamente dimostrato che dentro di lei scorre sangue schermistico assolutamente puro. Contro specialiste della sciabola, si è disimpegnata alla grande, vincendo tutti e tre i suoi assalti contro Caterina Navarria, Chiara Mormile e Martina Criscio – quest’ultima fresca di titolo individuale – prima di ripetersi in finale contro l’Aeronautica, dove ha avuto forse l’unico passaggio a vuoto di giornata contro la Gargano.

«Ma questo è perché non mi conoscono e ho sfruttato l’effetto sorpresa» ha commentato con un sorriso nell’immediato post gara la Errigo. Che però ha ricevuto l’endorsement sincero delle sue compagne di squadra: «Arianna ha una grinta che ti trascina proprio» ha detto Rossella Gregorio «ha l’approccio giusto alle gare e dà tantissimo alla squadra. Se impugnasse la sciabola? Sarebbe davvero bello averla in squadra». Sullo stesso tenore le parole di Livia Stagni: «Quando ci dicono che lei fa la gara a squadre con noi, per noi è sempre una grande gioia, perché ci ha sempre dato grandi emozioni. E quest’anno di nuovo ci ha stupito come sempre, mettendoci un grande impegno e un grande cuore tutte le volte che si cimenta in questa gara».

Siamo al cospetto dunque di una vera fuoriclasse o, per dirla con una citazione omerica, a un’atleta dall’ingegno – schermistico – multiforme : prendendo in prestito un termine dello sci, una polivalente della scherma. Dal fioretto alla sciabola, passando per la spada, che nel 2003 le ha regalato un titolo tricolore nella categoria Cadette. E chissà che nei prossimi anni Sciabol-Ary non trovi il modo per stupirci ancora una volta, come fa a ogni gara, a prescindere dall’arma che tiene nella sua mano sinistra.

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma
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