Il Meglio di Rio – Ragazzi imparate da Rossella!!

Il commento di Dino Meglio sulla gara di oggi. Da Rossella Fiamingo una lezione di vita e di sport.

 

C’era un tipo – Jeff Lamour, mio avversario e amico – che nel corso della sua lunghissima carriera vinse relativamente poco, solo quattro gare. Una a New York, in Coppa del Mondo, ma c’era poca gente e non fu certo un’impresa. Le altre tre le vinse tutte nell’arco di un quadriennio: due Olimpiadi (Los Angeles e Seul) e un Mondiale (Losanna). Rossella Fiamingo mi ricorda tanto Jeff: a Livorno le chiamano gatte morte, sonnecchiano per tutto l’anno impelagate nel gruppone, apparentemente sbiaditi, poi quando arriva la gara che conta si stracciano le vesti e diventano macchine da guerra. Quello che abbiamo visto venir fuori da Rossella, oggi, è quel sunto di talento, lucidità e follia che alimenta solo certi enormi campioni. Roba da sport puro, epica da raccontare ai nipotini.

Guardate, ragazzi, e imparate com’è che si fa a rimettere in piedi la vita quando tutto, ma proprio tutto, sembra perduto. Roba da Vezzali. Il match di semifinale con la Sun si è giocato su due diversi emisferi. Finché ha prevalso il sinistro – finché il dialogo si è contenuto nella classica tensione tecnico-tattica – la Sun si è tenuta una spanna sopra Rossella, che ha giocato solo raramente al meglio le sue carte. La cinese va stanata, portata con l’alluce sulla sua linea di fine pedana e costretta a venir fuori, per poi contrastarla col ferro. Rossella ha avuto poca pazienza, è partita spesso anzitempo ed ha subito i rientri dell’avversaria. Così è andata fin quando il tempo delle riflessioni è venuto meno, ed il pensiero – il match – si è trasferito nell’emisfero destro. Da quel momento in poi non c’è stata più storia: genio contro genio, contro la Fiamingo non ce n’è per nessuno.

Sai quante volte l’abbiamo vista? Sotto di un’infinità, una manciata di secondi al termine, e lei che scivola, e quella luce che la segue alle spalle e che si accende sempre, senza alternativa, quasi come un simbolo del destino. Es muss sein, muss es sein. Così dev’essere, e così sarà. Rossella ci ha abituati alla certezza dell’impresa, alla regolarizzazione dell’entusiasmo. La scherma è uno stato mentale, e la nostra campionessa ne è l’icona più suggestiva. Tanto di cappello, Ross, e – se possibile – ad maiora.

Dino Meglio

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma
jizzrain.com/vd/2353-video

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