L’importanza di sentirsi il più forte

La testa come chiave determinante nella differenza fra la vittoria e la sconfitta. Quella che ha spinto in alto Garozzo e che ha frenato Cassarà.

 

Per vincere un’Olimpiade non basta il talento. La storia dei Giochi è piena di campionissimi che non hanno mai portato a casa l’oro. Alcuni, addirittura, nemmeno una medaglia. Servono la giornata giusta, un po’ di fortuna, tanto sangue freddo. Il segreto, lo dicono tutti, è la serenità, guai a pensare che capita ogni quattro anni, alla fatica fatta per arrivarci, a quella che si dovrà fare per avere una seconda chance. Lo dicono tutti, già, il problema è farlo.

Daniele Garozzo ci è riuscito. Probabilmente l’ha aiutato non avere addosso la pressione di chi è favorito dal pronostico, perché, parliamoci chiaro, gli addetti ai lavori credevano in lui, ma se la sua gara si fosse conclusa nei 16 nessuno gliene avrebbe fatta una colpa. È stato tranquillo, sì, ma soprattutto era sicuro, lui prima di tutti, di potercela fare. Daniele è fatto così: ha una grande fiducia nei propri mezzi, pur essendo ben lontano dal benché minimo cenno di arroganza e presunzione. A Montreux 2015, al suo primo Europeo assoluto, prese l’argento. Pensavo di trovarlo raggiante, invece rispose al mio messaggio dicendomi che era arrabbiatissimo per l’oro mancato. E aveva perso contro Andrea Cassarà, non certo l’ultimo arrivato.

Ecco, Andrea Cassarà è l’altra faccia della medaglia, un ragazzo che ad Atene 2004, 20enne, fu bronzo ai Giochi, e che ha il potenziale per essere di gran lunga il fiorettista più dominante al mondo. Ieri è uscito contro Kruse, nei 16, troppo lontano dal podio per uno come lui. Andrea è un fuoriclasse immenso, eppure, per la terza Olimpiade di fila, sta giù dal podio. Lì dove Daniele si è arrampicato, a 24 anni e senza i favori del pronostico, fino al gradino più alto. Perché nella scherma – e nello sport in generale – sentirsi il più forte conta più che essere il più forte.

Twitter: GabrieleLippi1

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Fotografia Augusto Bizzi per Federscherma
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