Ines, un bronzo per la storia e per le donne tunisine

Prima medaglia olimpica per la scherma tunisina. Un successo che Ines Boubakri dedica alle donne tunisine.

 

Due anni fa, chiudendo terza a Kazan nel giorno in cui Arianna Errigo firmò il suo bis iridato, Ines Boubakri (ora signora Le Pechoux, come ci tiene a specificare anche tramite il proprio profilo social) era entrata nella storia come la prima donna africana ad aver conquistato una medaglia ai Campionati del Mondo di scherma. Due anni dopo, questa tunisina che in Francia ha trovato l’amore e il luogo ideale per coltivare il suo talento schermistico, ha fatto un passo ulteriore, diventando la prima donna africana a vincere una medaglia nella scherma olimpica. Quattro anni dopo l’egiziano Alaelddin Abouelkassem, argento a Londra, e primo rappresentante del continente nero a salire su un podio olimpico.

Una gara di alto profilo la sua. E se la fortuna, incarnatasi in Eleanor Harvey, le ha di molto agevolato il compito togliendole di mezzo Arianna Errigo, il resto ce lo ha messo tutto lei. Dapprima avendo la meglio sulla scatenata canadese, quindi impegnando a fondo Elisa Di Francisca in semifinale, affrontando a viso aperto la campionessa olimpica di Londra e tenendola sul filo fino all’ultimo secondo di assalto, anche facendo ricorso a qualche piccolo “trucchetto del mestiere” per provare a innervosire l’azzurra.

Perso il treno per la finale, il suo vero capolavoro lo ha costruito nella finalina, rimontando Aida Shanaeva dopo un avvio difficile, in cui la russa era sembrata subito poter scappare via e regalare a Cerioni la seconda medaglia di giornata. Ma con le porte della storia a pochi passi, la tunisina ha stretto i denti, risalendo la china e riportandosi sotto. E quando la Shanaeva ha ceduto, ha piazzato la zampata che è valsa il podio: 15-11 e medaglia di bronzo.

Da festeggiare con una dedica importante quanto speciale: «Alle ragazze, a tutte le donne tunisine e arabe, che occupano un ruolo importante nella società». E Ines è una di queste: per ritagliarsi il suo ruolo ha scelto una pedana come palcoscenico e un fioretto come strumento d’espressione. Ha lasciato la Tunisia a 19 anni per diventare schermisticamente grande in Francia – lei figlia di tiratrice che ha gareggiato ad Atlanta – ma le sue radici sono rimaste ben radicate nella patria natia.

E proprio alla sua terra la campionessa dal cuore d’oro ha voluto dedicare il primo pensiero al termine di una giornata storica, la più bella della sua vita sportiva e non solo. E a tutte le donne che come lei lottano quotidianamente per ritagliarsi il loro spazio nella società umana.

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Fotografie di Augusto Bizzi per Federscherma

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