Il Meglio di Rio 2016 – La fine di un sogno

Si chiude giù dal podio l’avventura delle azzurre nella gara di sciabola femminile. Ma rimane una gara da applausi.

 

Pazienza. Tornati a terra, dopo aver spiccato un breve volo che si è concluso nella rete delle statunitensi, troppo superiori tecnicamente per poter essere scalfite da una squadra che in questa finalina ha perso un po’ il cuore.

Abbiamo sperato nella tenacia, e nella strepitosa condizione di Loreta Gulotta, che quando trova le sue giornate di grazia ha la scelta di tempo di Cassius Clay; purtroppo la lunga pausa ha sbollito un po’ l’entusiasmo delle nostre, depauperando la squadra della sua risorsa più efficace, quella sin qui espressa con mirabile continuità: la determinazione.

Il pessimo esito della finalina (e chiamatela finalina, quando in palio c’è un bronzo olimpico) non inficia quanto di buono hanno messo in mostra oggi le sciabolatrici azzurre. Fino al tracollo finale – che piuttosto drasticamente ha ripristinato i valori in campo – abbiamo visto una squadra degna di questo nome sconfiggere per distacco una Francia che nello spazio vuoto retrostante Russia e Ucraina si accreditava come la più probabile pretendente alla medaglia di bronzo; e lo stesso match contro Kharlan e compagne ci ha mostrato una bella compagine che è riuscita a sviscerare più del meglio di sé, abbattuta solo dallo strapotere di una sciabolatrice fuori portata.

L’oro della Russia era fuori discussione: netto anche il divario tra prime e seconde. Con brevissimi intervalli – legati a contingenze o all’apparire di individualità straordinarie – gli ex-sovietici dominano la scena da cinquant’anni, in virtù di un’impostazione scolastica nettamente superiore. Il futuro di coloro che vorranno mettersi al all’inseguimento deve transitare, necessariamente, per questa dolorosa indispensabile strettoia tecnica.

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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