Bebe risolve all’ultima stoccata la finalina contro Hong Kong e regala la medaglia di bronzo alla squadra di fioretto femminile. Quinto posto per la squadra maschile.
Si è caricata sulle sue spalle da gigante la squadra, portandola a una meravigliosa medaglia di bronzo. Bebe Vio si conferma sempre di più la donna copertina di queste Paralimpiadi, e dopo l’oro nella prova individuale, si prende il bronzo in quella a squadre di fioretto femminile. C’è la sua firma nella terza piazza dello “Squaquero team“, ancora a medaglia dopo le due ai Campionati Europei e quella al Mondiale del 2015. Con lei, le inseparabili compagne di mille battaglie, Andreea Mogos e Loredana Trigilia, quest’ultima alla sua quinta Paralimpiade e finalmente a medaglia.
Una giornata lunga, lunghissima, cominciata nella mattina brasiliana contro Hong Kong e chiusasi in serata sempre con la stessa avversaria. E se nella pool preliminare era arrivata una sconfitta amara (43-45), quando il destino ha offerto alle azzurre una seconda chance, l’occasione del riscatto è stata colta al volo. Questa volta con una posta in palio decisamente più importante. In mezzo, la vittoria netta contro il Brasile per certificare il ticket per la semifinale, quindi la sconfitta contro la Cina al termine di un assalto in cui le azzurre hanno tenuto botta alle più blasonate e titolate avversarie, sin qui dominatrici di queste Paralimpiadi.
Un vero e proprio ottovolante emotivo l’assalto per il bronzo: Vanni, che per tutta la giornata si è affidato in chiusura a Loredana Trigilia, cambia e schiera Bebe in ultima frazione. E proprio la fresca campionessa Paralimpica apre l’assalto, lasciando il testimone sul 5-4. Da lì è un continuo tentativo di fughe e controfughe, con un ‘ottima Loredana Trigilia e una Bebe in formato extra lusso mentre un po’ più in difficoltà appare Andreea Mogos, che incassa due parziali negativi. Si arriva così all’ultima, decisiva frazione con le asiatiche in vantaggio di due stoccate e subito leste a tentare l’allungo.
La Vio, dal canto suo, non molla, arriva al 44-44 e poi fulmina da vera campionessa la Yu, malgrado il coccodrillo malandrino della stessa asiatica si stacchi dal giubbetto elettrico per ben tre volte, trasformando in bersagli non validi tre stoccate buone. Quindi, la zampata del Fenomeno, quella che vale il 45-44 e manda in orbita le azzurre: medaglia numero 34 per l’Italia, la seconda per la scherma azzurra, che chiude alla grande la sua paralimpiade.
Peccato invece per la squadra maschile: il terzetto azzurro, composto da Matteo Betti, Marco Cima ed Emanuele Lambertini, esce purtroppo subito dalla lotta per le medaglie, dopo le due sconfitte nella pool contro Hong Kong (45-44, con l’ultimo frazionista asiatico autore di una clamorosa rimonta contro Betti dal 32-40) e Polonia (45-42). Il 45-14 contro i padroni di casa serve solo per certificare un amaro quinto posto finale. Un risultato che sta stretto all’Italfioretto e che non può che alimentare tantissimi rimpianti.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma