La capitale argentina ha accolto la seconda tappa di Coppa del Mondo per la spada maschile. Il riepilogo.
Mentre a Orleans la sciabola femminile celebrava il suo primo week-end di Coppa del Mondo, in Argentina è andato in scena il secondo atto stagionale per quanto concerne la spada maschile. Un ritorno, quello Buenos Aires, per il circuito maschile, che negli ultimi due anni aveva lasciato spazio alla gara femminile. Ecco cosa ha offerto in termini di spunti il fine settimana argentino.
Career best per Fichera – La seconda piazza conquistata nella prova individuale di sabato ha significato per Marco Fichera il miglior risultato in carriera a livello senior. Una gara maiuscola quella del siciliano, che a Berna era rimasto beffardamente fuori dal podio per colpa della priorità e che in Argentina si è arreso al solo Park Sangyoung. Prima della gara di Buenos Aires, lo spadista di Acireale era già salito una volta sul podio, nel 2014 al Grand Prix di Vancouver.
La maledizione dei quarti di finale – A Berna era stato Andrea Santarelli a fermarlo ai piedi del podio. A Buenos Aires la beffa l’ha firmata Jean Michel Lucenay, che battendolo 15-14 ha condannato per la seconda volta di fila Enrico Garozzo a rimanere giù dal podio. Il siciliano, però, ancora una volta si dimostra capace di una grandissima continuità di rendimento e di risultati, centrando l’ennesima finale a otto in carriera. E mettendo nel collimatore il podio del Grand Prix di Doha.
Vittoria e sorpasso – Terza vittoria in Coppa del Mondo per il coreano Sangyoung Park (la quarta complessiva in carriera contando l’Olimpiade): le altre erano datate 2014, in mezzo un lungo stop per infortunio prima del rientro in grandissimo stile culminato con il botto di Rio. Con l’affermazione di sabato, il ventunenne spadista asiatico, non solo si dimostra ancora una volta il migliore del circuito, ma sorpassa in testa al ranking il francese Yannick Borel.
Gli stoppa-Francia – Si ferma a tre la striscia vincente della Francia nelle prove a squadre di spada maschile. A sgambettare i campioni Olimpici di Rio, la Russia di Anokhin, Bida, Glazkov e Khodos, che costringono i transalpini al secondo posto. Restano però impressionanti i numeri della compagine transalpina: prendendo in considerazione il solo anno solare 2016, su 7 prove disputate sono arrivate 3 vittorie – due delle quali hanno fruttato titolo Europeo e titolo Olimpico – altrettanti secondi posti e una sola vera gara “toppata”, quella di Vancouver dello scorso 14 febbraio, chiusa al settimo posto. Dalle parti di Parigi volano a quota davvero alta.
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Fotografia Ekaterina Prudkin/Fie salvo dove diversamente indicato
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