Spada, un avvio a due velocità

Bene il settore maschile, con presenze sul podio e il buon stato di forma di alcuni protagonisti. Più in difficoltà le ragazze. La prima parte di stagione della spada.

 

Dopo aver analizzato ieri il percorso di questa prima parte di stagione per quanto riguarda il fioretto, oggi proseguiamo andando a vedere cosa ha messo in mostra la spada. Una prima differenza che salta all’occhio è la diversità di rendimento fra il gruppo maschile e quello femminile, discorso non valido invece per il fioretto (e per la sciabola, come vedremo in un prossimo articolo): se infatti i ragazzi si sono complessivamente ben comportati, un po’ più in difficoltà sono apparse le ragazze.

rossella-fiamingo

Giulia Rizzi, fermata ai quarti di finale alla prima stagionale  a Tallinn, è stata l’unica fra le azzurre a centrare la finale a otto in questo primo scorcio di annata della spada femminile azzurra. Per il resto poco da segnalare, con le ragazze che purtroppo finivano fuori dai giochi troppo presto. Tanto in Cina così come a Doha. Rossella Fiamingo è rimasta ancora fuori dalle zone nobili della classifica, ma sembra in crescita di gara in gara; buone sensazioni post Doha anche per Mara Navarria, malgrado una prova che ovviamente non l’ha lasciata soddisfatta.

A gennaio si riparte con la gara di Barcellona e poi si vola in Italia a febbraio per il Carroccio: due gare per provare a invertire la tendenza, soprattutto nella prova a squadre, dove continua a rimanere mistero il motivo per cui un quartetto che potenzialmente ha tutto per lottare al vertice, si trovi invece invischiato nell’inferno degli assalti di piazzamento.

berna

Meglio le cose per quanto riguarda il settore maschile. I medagliati di Rio, in particolare, si sono dimostrati già in palla, soprattutto a livello individuale. A Berna è arrivato il primo podio di Andrea Santarelli, terzo a fine gara, quindi a Buenos Aires è stato Marco Fichera a entrare nella top three della gara, cedendo solo all’ultimo atto di fronte al campione Olimpico Sangyoung Park ma, allo stesso, tempo, mettendo a referto la sua miglior gara in carriera.  A questo bisogna aggiungere un Enrico Garozzo in grado per due volte di arrivare nella finale a otto e venire fermato sul più bello, in un curioso quanto ironico parallelo con il fratello Daniele nella Coppa del Mondo di fioretto. Un po’ più in difficoltà invece Paolo Pizzo, con due uscite al secondo turno e una nel tabellone dei 64.

Il cammino post Rio a squadre, invece, è partito con un settimo e un quinto posto. C’è ancora qualche piccolo dettaglio da sistemare ma la sensazione è che con la ripresa delle gare il prossimo febbraio con il classico di Heidenheim, il quartetto che ha fatto sognare l’Italia a Rio possa tornare al suo massimo splendore.

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Fotografia Augusto Bizzi/Fie
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