Fioretto maschile: Parigi val bene una rivincita

L’Italia domina in finale con la Francia. Terzi gli Stati Uniti, battuti dagli azzurri in semifinale. 

 

L’Italia migliore. Quella che vince contro ogni avversario. Più forte della sfortuna e degli infortuni. Il Challange International de Paris restituisce alla squadra di fioretto maschile un successo che mancava dal maggio 2016 e completa il percorso di guarigione dopo un’Olimpiade troppo brutta per essere vera.

Il nuovo quartetto azzurro, composto da Giorgio Avola, Alessio Foconi, Daniele Garozzo e Lorenzo Nista scaccia via i fantasmi a Cinque Cerchi  dominando in finale su quella Francia che a Rio eliminò l’Italia in semifinale: 45-21 il risultato del Cip a favore dell’Italia, per dimostrare che quel 45-30 brasiliano è stato solo un incidente di percorso capitato nella gara meno opportuna. E prima di arrivare all’ultimo atto, gli Azzurri erano riusciti a imporsi 45-44 sugli Usa che, sempre a Rio, dominarono senza difficoltà la finale per il bronzo.

Tre podi in tre gare, con due terzi posti e una vittoria. La strada imboccata è quella giusta, il lavoro iniziato sembra poter portare tante soddisfazioni al fioretto azzurro. Segnali ancor più positivi se si pensa che la squadra ha dovuto far fronte all’infortunio capitato a Giorgio Avola, che è caduto battendo ginocchio e spalla nella sfida valida per i quarti di finale contro la Corea del Sud, senza poter più rientrare in gara lasciando il posto a Lorenzo Nista (già in pedana negli ottavi contro Hong Kong) in semifinale e finale. Per il finanziere di Modica, comunque, non dovrebbe trattarsi di nulla di grave.

Parigi restituisce sicurezze a una squadra che in crisi non era mai stata, pur bucando la gara più importante di due quadrienni, e che non potrà – quasi certamente – trovare un risarcimento a Tokyo 2020 per colpa della logica dell’alternanza che con ogni probabilità terrà il fioretto maschile a squadre fuori dal prossimo programma olimpico. Una squadra che, però, ha dimostrato di essersi già rialzata dopo la più dolorosa delle cadute possibili.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Fie
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