New York parla ancora francese, azzurre seste

Dopo la vittoria di Cecilia Berder nella prova individuale, la Francia si prende la prova a squadre battendo la Corea. Podio per la Russia. Sesta piazza per il quartetto italiano.

 

C’è ancora la Marsigliese a risuonare al termine della prova a squadre di sciabola femminile a New York. Dopo aver vinto la prova individuale di ieri, Cecilia Berder si concede il bis, capitana e veterana di un quartetto dall’età media molto bassa: fuori Charlotte Lembach e Saoussen Boudiaf, dentro Sara Balzer e Margaux Rifkiss, altre rappresentanti di quella nidiata d’oro che le transalpine stanno coltivando e che pian piano si ritagliano il loro posto in squadra. A chiudere ogni assalto, Manon Brunet. A lei il compito di apporre in calce la firma al lavoro corale e mandare in orbita le compagne. La finale contro la Corea è senza storia fin dalle prime battute, al punto da rendere ininfluente l’11-6 subito dalla Berder nella sua ultima uscita: perché il punteggio finale recita 45-33 e vale il gradino più alto del podio.

Reso il dovuto onore alla bella prova delle transalpine, veniamo alla gara dell’Italia: Sofia Ciaraglia è la novità del quartetto azzurro, al posto di Martina Criscio, terza ieri. L’avventura azzurra, di fatto finisce nei quarti di finale, proprio al cospetto delle francesi. Un match per lunghi tratti in equilibrio assoluto, con le due squadre a sorpassarsi e controsorpassarsi senza però riuscire a prendere eccessivo vantaggio. Decisive per le sorti del match sono allora le frazioni fra quinta e la settima, là dove Brunet e compagne scavano il solco decisivo per andare a prendersi un posto in semifinale, vanificando di fatto anche il bel parziale di Rossella Gregorio con la Berder. Uscite dalla lotta per il podio, le azzurre chiudono battendo facile l’Ucraina ma perdendo poi contro gli Usa il match valido per il quinto posto.

Nella finalina per il bronzo, vittoria della Russia sull’Ungheria. Due quartetti molto giovani e sperimentali, con la Russia che affida alla leadership di Yana Egorian le giovani Anastasia Bazhenova, Sofya Pzdniakova e Anna Bolshakova, mentre l’Ungheria si affida ad Anna Marton coadiuvata dalla quindicenne Lisza Pusztai e da Luca Laszlo (classe 1994, la vecchietta del gruppo con i suoi 23 anni) e Petra Zahony. Russia sempre in controllo del match fin dalla prima frazione e che alla fine si impone per 45-36.

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Fotografia Timacheff/Fie