Spada maschile: il riepilogo del fine settimana di Heidenheim

Il riepilogo e gli approfondimenti del fine settimana della Coppa del Mondo di spada maschile andato in scena ad Heidenheim.

 

Ad Heidenheim è andato in scena il quarto week-end di Coppa del Mondo di spada maschile. Come da tradizione della località bavarese, il programma è stato anticipato di un giorno rispetto alla consueta scansione di ogni tappa del circuito, con la prova individuale anticipata al venerdì e quella a squadre al sabato. Ecco cosa ha raccontato la tre giorni tedesca.

Heidenheim, Italia – L’anno scorso, vincendo ad Heidenheim, il quartetto azzurro vidimò ufficialmente il biglietto per Rio 2016; 365 giorni dopo, stesso luogo, stessa storia. L’Italspada al maschile festeggia nel modo migliore il primo podio stagionale dopo le prime due gare chiuse al settimo e al quinto posto: tempo di limare qualche dettaglio e sabato si è rivisto quel quartetto cazzuto dei tempi migliori: per personalità, tattica e unità di gruppo. Tutti per uno, uno per tutti, avversario dopo avversario in una vera e propria maratona cominciata dai sedicesimi di finale contro la Bielorussia e passata dagli assalti vittoriosi contro Stati Uniti, Corea e Cina. Prima del mattoncino finale contro la Francia. Come un anno fa. Ora davvero tutto torna.

Lo specialista delle finali – Ancora una finale a otto per Enrico Garozzo. Per lo spadista di Acireale si tratta della terza su quattro gare in stagione, dopo quelle di Berna e Buenos Aires. A fermarlo a un passo dal podio, questa volta, il coreano Park Kyungdoo. «Sono molto contento per la 3° finale su 4 gare in stagione. Un po’ di disappunto per qualche piccolo errore commesso», ha commentato lo stesso Garozzo.

La bella prova di Vismara – Fra le (poche) note positive della gara individuale di venerdì, c’è senza dubbio quella di Federico Vismara. Il giovane azzurro è stato l’unico a raggiungere i già qualificati Garozzo e Fichera nel tabellone principale e ha chiuso al trentunesimo posto la sua terza uscita in Coppa del Mondo, eliminato dal giapponese Kano non prima però di aver battuto con un grandissimo assalto il coreano Kweon, vincitore di Doha. Ecco, più che il risultato in sè, ad aver colpito è stata la personalità e l’ottima condotta dimostrate in quel match.

Il giorno più bello del giovane Mate – Ungherese, classe 1999, nessun risultato di rilievo anche nelle categorie giovanili. Eppure, Mate Tamas Koch ha scritto una delle storie più belle del fine settimana tedesco, arrivando a conquistare un incredibile terzo posto eliminando nel corso del proprio cammino gli ultimi due campioni Olimpici e un due volte campione del Mondo come Nikolai Novosjolov. A fermare la sua corsa ci ha pensato Yannick Borel, che ha comunque avuto il suo bel da fare per prendere le misure alla sua scherma spavalda e priva di timore reverenziale nei confronti dei migliori della specialità. Il tempo ci dirà se questo è stato un exploit di una giornata in cui gli Dei della scherma sono stati dalla sua parte o il primo tassello di una carriera gloriosa. Per ora una cosa è certa: il giovane Mate, difficilmente dimenticherà quel gelido venerdì di gennaio in cui mise in riga i più forti spadisti del Mondo.

Triplete coreano – Nella passata stagione era stata la Francia a imprimere il proprio marchio sulla spada maschile. Quest’anno invece l’arma anticonvenzionale parla coreano. Eccezion fatta per il vernissage di Berna, vinto a sorpresa dal russo Glazkov, nelle tre gare successive sono arrivate altrettante affermazioni griffate dagli spadisti asiatici. Ad aprire le danze a Buenos Aires è stato il campione Olimpico di Rio 2016 Park Sangyoung, a Doha è toccato Kweon  Youngyun, ad Heidenheim Park Kyungdoo: seconda vittoria in carriera per lui in Coppa del Mondo, arrivata a spezzare un digiuno che durava da ben 5 anni, da quando cioè si impose nel Grand Prix di Doha del febbraio 2012.

Una garanzia sul futuro – Nella prova a squadre di sabato, la Francia ha inserito in quartetto due volti nuovi: quello di Mathias Biabiany e Alexandre Bardenet, al loro debutto assoluto. E se aggiungiamo Ronan Gustin, che da tempo però fa parte della squadra, ne esce un quartetto rinnovato per 3/4 rispetto a quello medagliato d’oro a Rio, di cui è rimasto il solo Yannick Borel. Eppure, malgrado ciò, i ragazzi in blu si sono comportati benissimo, centrando la finale e tenendo testa all’Italia nella stessa formazione di Rio. Di motivi per sorridere, quindi, ne ha il coach francese Sebastien Barrois, che spiega all’Equipe le sue scelte: «Il mio intento era quello di responsabilizzare i giovani» ha dichiarato «e per tutta la giornata hanno risposto presente. E in finale hanno tenuto testa all’Italia argento Olimpico. Oggi abbiamo dimostrato di avere una riserva. La Francia c’è e questa squadra ha un bel futuro. Questo è il messaggio che abbiamo voluto lanciare alle altre squadre».

Twitter: agenna85

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Fotografie di Augusto Bizzi/Fie