Spada femminile: Cina padrona a Legnano, Italia nona

Le azzurre escono subito dalla lotta per il podio dopo la sconfitta con gli Usa. Vince la Cina sull’Estonia, terza la Corea.

 

Nono posto. Questo il piazzamento finale del quartetto azzurro di spada femminile al termine della prova a squadre del Trofeo Carroccio. Una gara segnata subito, fin dal primo assalto della mattinata: lo stesso Italia – Stati Uniti che tre settimane fa a barcellona fu un vero e proprio trionfo delle nostre spadiste (che chiusero sul 45-18), oggi si trasforma nella trappola che elimina subito la banda Cuomo dai giochi per il podio.

Il ct azzurro non può di fatto contare su Giulia Rizzi, che siede in panchina per i postumi dell’infortunio muscolare rimediato in allenamento alla vigilia del Carroccio, e fa affidamento su Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio e Mara Navarria. Che, però, vengono sorprese dall’avvio a razzo degli Usa: Amanda Sirico e Courtney Hurley scavano subito il break decisivo e in pratica chiudono subito ogni discorso. Perché la reazione delle azzurre è tardiva, e se anche in paio di occasioni il gap sembra potersi ricucire, le ragazze americane trovano sempre la via di fuga dal pericolo e chiudono sul 43-39, vanificando il tentativo di rimonta di Alberta Santuccio, oggi schierata in chiusura. Uscita dalla lotta per il podio, all’Italia altro non è rimasto che lottare per le posizioni dalla nona alla dodicesima: un tabellone con Heong Kong, Polonia e Svizzera, tutte battute per prendere la posizione nove in casella.

Bella ed emozionante la lotta per il podio: Estonia da una parte – che oggi poteva contare sul tifo di Enrico Garozzo, venuto a palazzetto per sostenere la sua Eirka Kirpu – Cina dall’altra arrivano a giocarsi l’intera posta nella finale che, ranking alla mano, rispecchia al momento il trend della spada femminile. Tre settimane dopo Barcellona, le prime due squadre del ranking si trovano faccia a faccia nell’atto decisivo di una prova per quartetti, e come in Catalogna a spuntarla è la Cina. La terza piazza è appannaggio della Corea, brava ad avere la meglio nella finalina di una gagliarda Ucraina, capace di piegare la ben più quotata Russia e arrivata a un passo dal prendersi la finalissima grazie a una splendida rimonta di Dzhoan Bezhura poi vanificata dal guizzo della giovane Zhu Mingye nel minuto supplementare.

La finale per la vittoria è molto tattica ma senza quel ricorso quasi parossistico alla passività che hanno caratterizzato altri assalti di giornata: ne esce un match decisamente gradevole, che le cinese prendono in pugno fin da subito, costringendo le avversarie al tentativo di rimonta. Che pure sembra alla portata, soprattutto grazie a un’ottima Beljajeva che, sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria di ieri, riporta sotto le compagne rosicchiando tre stoccate alla Xiang. Tutto vano, però, perché Nuo Xu e, soprattutto, Yiwen Sun contengono gli attacchi delle baltiche e regalano a Hugues Obry la seconda vittoria di fila in stagione. Come inizio di avventura, davvero niente male.

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Fotografia di Augusto Bizzi

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