Sciabola femminile: il riepilogo del week-end di Atene

Temi, approfondimenti e statistiche sulla tappa di Coppa del Mondo di sciabola femminile di Atene.

 

Atene ha ospitato nel fine settimana la quarta tappa del circuito di Coppa del Mondo di sciabola femminile. Un week-end che tutto sommato si chiude con il segno più per la sciabola azzurra, e che andiamo a rivivere nel nostro consueto riepilogo e approfondimento del lunedì.

Una squadra formato…podio – Dopo la vittoria all’esordio a Orleans, ancora un podio per il quartetto azzurro della sciabola femminile, che chiude al terzo posto e derubrica immediatamente a “inciampo di percorso” il sesto posto ottenuto a New York. Rossella Gregorio, Loreta Gulotta e Irene Vecchi (con Sofia Ciaraglia in veste di sostituta dell’infortunata Martina Criscio pronta a entrare in caso di necessità) hanno affrontato con grande autorità la gara, battendo Spagna e Stati Uniti e rimettendo in piedi un assalto, quello di semifinale contro la Russia, che sembrava già andato in direzione avversaria dopo il terzo parziale. Una super Egorian (vedi più sotto) ha vanficato tutto, ma il 45-25 all’Ucraina regala all’Italsciabola un altro podio e tanti sorrisi a favore di camera.

Ancora fra le prime otto – Quarta gara, quarta finale a otto centrata da un’atleta azzurra. Questa volta la firma è quella di Rossella Gregorio, che torna fra le prime otto dopo Orleans. A fermare la sua corsa, la futura vincitrice di giornata Anna Marton. Purtroppo questa volta, a differenza di New York quando Irene Vecchi e Martina Criscio riuscirono in tandem a sfatare la “maledizione” dei quarti di finale, è mancato il podio. Ma la costanza presenza di azzurro nelle parti alte della classifica è un bel segnale in vista del proseguo della stagione.

Un passo indietro per Arianna – Dopo due uscite positive fra Orleans e Cancun e il forfait causa influenza a New York, il rientro in pedana di sciabola per Arianna Errigo si è chiuso già alla prima giornata, per mano della tedesca Sybille Klemm che l’ha fermata nel tabellone delle 128. Una giornata storta che può capitare a tutti, come la stessa Errigo ha commentato tramite i propri canali social: «Oggi (venerdì, ndr) non so perché sono partita scarica. Avevo la fortuna di avere un girone di qualificazione alla mia portata, invece ho faticato vincendo tre dei cinque assalti a disposizione. Il primo incontro di diretta ho perso 15-13 con la tedesca Klemm, senza la cattiveria e determinazione che mi contraddistingue, con il fiatone alle prime stoccate e la sensazione che sta andando tutto storto. Nello sport capita e la forza è nel cercare di portare a casa il risultato pur tirando male. Oggi non ci sono riuscita, di fioretto sono passati tanti anni per capire come reagire in questi momenti, ma di sciabola spero di arrivarci prima». Sicuramente nella prossima gara la musica suonata sarà di tutt’altro tipo.

Mostruosa Yana – C’è la firma a caratteri cubitali di Yana Egorian sulla vittoria della Russia nella prova a squadre di Atene, la prima dopo le Olimpiadi. La bi-campionessa Olimpica di Rio, rimasta al momento unica “superstite” del Dream Team che ha dominato negli ultimi anni, si è presa sulle spalle la squadre e l’ha guidata fino al trionfo finale: è lei a ribaltare l’assalto contro la Cina ai quarti nell’ultima frazione; è lei dapprima a imporre un primo tentativo di fuga contro l’Italia quindi a ristabilire le distanze dopo che le azzurre, grazie a Irene Vecchi e al suo 15-4 alla Bazhenova, avevano raggiunto e superato la Russia; è lei infine, con il 7-4 alla Kim, a firmare la vittoria per 45-44 rimontando dal 38-40. Prestazione assolutamente monstre, per quantità ma anche e soprattutto per leadership e carisma.

La prima volta di Anna – Ai Mondiali di Mosca del 2015 aveva chiuso al terzo posto, l’anno scorso a Torun prima e Cancun poi era andata vicina al bersaglio grosso, ma ha dovuto lasciare strada rispettivamente a Sofya Velikaya e Yana Egorian. Ad Atene Anna Marton ha centrato la sua prima vittoria in Coppa del Mondo, coronamento di un periodo in cui la non ancora ventiduenne ungherese sta marciando con grande costanza di rendimento, dal momento che anche a New York è arrivata fra le otto.

Manon e ses soeurs – A inizio stagione, in fase di presentazione avevamo indicato in lei una delle principali candidate a recitare un ruolo di spicco nell’anno che conduce a Lipsia 2017. Manon Brunet ha risposto da par suo: la vittoria nella gara individuale, il secondo posto sabato ad Atene e, in mezzo, due finali a otto. La giovane lionese è al momento il diamante di un movimento, quello francese, che sembra godere di ottima salute: lo dimostra il podio di Charlotte Lembach ad Atene, ma anche le vittorie di New York e le giovani che da dietro provano a ritagliarsi il loro posto in squadra.

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Fotografia di Ferraro/Bizzi Fie