Lo spadista azzurro commenta il suo terzo posto nella prova individuale di spada maschile Under 20.
Terzo posto. Come 365 giorni fa a Novi Sad, il cammino di Valerio Cuomo si interrompe in semifinale. A fermarlo, il suo compagno di Nazionale Federico Vismara, impostosi per 15-7. Una giornata lunga, che lo spadista partenopeo figlio d’arte ci racconta così: «L’obiettivo di questa gara per me era allenarmi a convergere forza e rabbia in azioni positive. In un passo successivo, quando ho raggiunto la medaglia, l’obiettivo è diventato fare meglio dell’anno scorso. Non ce l’ho fatta perché il mio compagno di squadra, Vismara, ha tirato meglio di me. Riconosco che non è comunque facile eguagliare una medaglia di bronzo ad un Europeo Giovani dopo un anno, e infatti di questo non mi lamento, mi infastidisce soltanto sentirmi limitato nei miei miglioramenti».
A frenare Valerio, infatti, la mancanza di un luogo dove allenarsi stabilmente e con continuità a seguito della querelle con il comune di Napoli sulla gestione dello stadio Collana, sede della palestra del Club Scherma Partenopeo: «Non salgo su una pedana di scherma dall’ultima gara di Coppa del Mondo. E questo è assurdo! Ma in qualche modo grazie ai miei tecnici e ai miei compagni di società riusciamo comunque a tirare avanti senza palestra. La situazione è ancora pessima, ma possiamo solo continuare a stringere i denti. Nel frattempo prima dei mondiali mi allenerò 15 giorni al centro Coni Formia, sono contento per me perché avró finalmente la possibilità di allenarmi con serietà. Peró mi dispiace per i miei compagni di sala, che invece continueranno ad arrangiarsi dove capita».
Sulla sua gara, questo il commento: «Al momento della prima diretta ho avuto un po’ di difficoltà, era come se non riuscissi a concentrarmi sul match. Era un bel po’ che non tiravo a 15, quando ci alleniamo tiriamo a 5 perchè non ci sono spazi… Ma quando mi sono reso conto che per il secondo anno di fila ero riuscito a centrare la medaglia, beh quello è stato un momento bellissimo. Non appena ho vinto l’assalto per il podio mi sono sentito diverso, molto più leggero».
Da ultimo le immancabili dediche, in particolare al Maestro Carmine Carpenito: «Ho sentito molto il bisogno di leggere i messaggi del mio Maestro, Carmine Carpenito. Ho letto gli stessi anche più volte.. “Tira determinato e convinto. Rispetto per tutti e paura di nessuno!” Alcune volte anche le cose più scontate sono importanti per me, lui mi conosce e sa trasmettermi le cose giuste nel momento giusto. Anche e soprattutto in un momento di difficoltà come il nostro, con il sangue agli occhi, senza una palestra, e tutto da guadagnare. Quindi se devo fare una dedica, dedico questa medaglia a lui, alla mia famiglia, i quali anche mi sanno scrivere cose belle, perché sanno che le leggo durante la gara. E poi a Guido Marzari, il mio punto di riferimento nello staff, e che considero soprattutto, oltre che di scherma, maestro di vita».
Fotografia di Augusto Bizzi/Fie