Spadiste e sciabolatori centrano il metallo più prezioso. Terzo posto per le fiorettiste.
La gioia dopo la sofferenza. L’esplosioni di sorrisi e abbracci azzurri dopo due vittorie con il brivido e altrettanti infarti per tifosi e giornalisti. I guizzi di Eleonora De Marchi e Matteo Neri a griffare le due medaglie d’oro nelle prove a squadre di spada femminile e sciabola maschile, ciliegina sulla torta di una giornata che aveva già sancito – con il bronzo vinto dalla fiorettiste – il pari e patta con il medagliere di Novi Sad 2016. Poi le rivincite contro Francia e Russia, che ieri avevano fermato all’argento le squadre di spada maschile e sciabola femminile, per rendere ancora più sontuosa questa giornata conclusiva e regalarsi un doppio inno di Mameli da cantare a squarciagola sul gradino più alto del podio.
Erano le favorite della vigilia e non hanno tradito le attese. Le spadiste azzurre (Alessandra Bozza, Beatrice Cagnin, Eleonora De Marchi, Federica Isola) mettono ancora una volta il loro timbro sulla prova a squadre dopo i tanti buoni risultati ottenuti nella stagione di Coppa del Mondo. Scollinati facilmente i primi due assalti contro Finlandia e Israele, sbrigata la pratica Russia in semifinale, ad attendere l’Italspada in finale c’è la Francia, per un remake della finale di ieri al maschile.
E, come per i maschi, anche qui il confronto viaggia sul filo delicatissimo del più assoluto equilibrio: le ultime “staffettiste” – Eleonora De Marchi per l’Italia, Camille Nabeth per la Francia – si presentano in pedana con le transalpine avanti di due soli punti sul 27-25. La soluzione alla priorità, scelta dalle due sul 34-34, è stata allora la quella più logica. E, per i colori azzurri, la più dolce: 35-34 De Marchi e Italia in paradiso.
La chiave di svolta del match di sciabola maschile, è tutta nell’ottavo e penultimo assalto: sino a quel momento, infatti, i russi avevano sempre controllato le operazioni, arrivando a prendersi anche un buon margine di vantaggio sul 35-29. A riaprire i giochi, il grande parziale di Dario Cavaliere – argento individuale due giorni fa – che infligge 10-5 a Kostenko e riporta gli azzurri a una sola botta di differenza dagli avversari. L’ultima frazione, è pura adrenalina: Lokhanov scatta meglio dai blocchi e tocca quota 42, Neri controbrekka, mette la freccia e si porta a un passo dal traguardo. Finita? Assolutamente no, perché Lokhanov trova il guizzo per rimettere in pari e mandare tutto alla stoccata numero 89. Neri tocca, poi è tempo di festa, con Dario Cavaliere, Gherardo Caranti e Leonardo Dreossi che corrono ad abbracciare il compagno e l’Italia che aggiunge la tacca numero 12 al medagliere nel migliore dei modi possibili.
Prima della doppia apoteosi di spadiste e sciabolatori, è andata in archivio con il bronzo la prova a squadre delle fiorettiste azzurre. Il quartetto composto da Lodovica Bicego, Elisabetta Bianchin, Serena Rossini ed Elena Tangherlini comincia bene la propria gara, battendo Israele e spuntandola per una stoccata sulla Francia (44-43 il punteggio finale), prima di venire battute in semifinale dalla Polonia.
Uscite dalla corsa per l’oro, le quattro fiorettiste italiane hanno firmato l’immediato riscatto, battendo nella finalina l’Ungheria con il punteggio di 45-38, al termine di un assalto in cui le azzurre hanno sempre avuto saldamente in mano il comando delle operazioni. Fino alla chiosa finale di Serena Rossini, quella che ha messo il sigillo sula medaglia 10 della spedizione Under 20 e passato il testimone a spada e sciabola. E come sia andata, è storia nota.
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