In Cina è ancora una Criscio di bronzo

La foggiana è terza a Yangzhou dopo il podio di New York. Vince la Brunet sulla Balzer. Zagunis torna ed è subito bronzo. Super Errigo a un passo dalla finale.

 

Due conferme, un gradito ritorno, una sorpresa che ormai tanto sorpresa non è più. Che gara a Yangzhou, in Cina, dove la sciabola femminile si è data appuntamento per la prima prova asiatica di Coppa del Mondo celebrando il successo di Manon Brunet su Sara Balzer, i terzi posti di Martino Criscio – al rientro dopo lo stop per infortunio di Atene – e Mariel Zagunis – alla prima gara dopo la lunga pausa post Rio 2016 – e una Arianna Errigo che fa capolino nelle 16, va a un passo dalla finale a 8 centrata invece da Rossella Gregorio, ed è sempre più vera sciabolatrice.

Inarrestabile Manon Brunet, che in finale supera 15-7 la connazionale Balzer, centra la sua seconda vittoria stagionale (e in carriera) dopo quella di Orléans e conferma, se ce ne fosse bisogno, di essere tra le migliori interpreti al mondo della specialità. Ma prima di riuscirci fa male, malissimo all’Italia, infilando tre scalpi tricolori sulla strada per la vittoria. L’ultima a cadere è Martina Criscio, sconfitta 15-7 in semifinale ma splendida, ancora una volta, dopo il bel bronzo di New York.

Prima di lei c’erano passate Rossella Gregorio, fermata ai quarti per 15-11, e Sofia Ciaraglia, out nelle 16 per 15-8. Si è conclusa agli ottavi anche la prova di Irene Vecchi, superata nel derby azzurro dalla Gregorio col punteggio di 15-12, e Loreta Gulotta, out per una sola stoccata contro l’azera Sabina Mikina e Arianna Errigo, sconfitta 15-14 dalla Balzer. Fuori nelle 32 Rebecca Gargano (15-11 contro la Gulotta), eliminata nelle 64 Chiara Mormile (15-7 dall’argentina Maria Belen Perez Maurice).

Ha un sapore particolare, invece, l’ottavo di finale di Arianna Errigo: perché è il miglior risultato nella sua carriera da sciabolatrice internazionale, perché è arrivato dopo un successo per 15-14 contro l’ungherese Anna Marton, bronzo ai Mondiali di Mosca 2015 e fresca vincitrice della prova di New York, perché per una sola stoccata non si è trasformato in una finale a 8. Contro Sara Balzer sembrava ormai finita. Sotto 6-14, Arianna poteva alzare bandiera bianca, ma non l’ha fatto, e ha costruito una rimonta che ha dell’incredibile. Otto stoccate di fila, per portarsi sul 14-14 prima di incassare l’ultima decisiva botta, togliersi la maschera tra la delusione e la consapevolezza di aver fatto comunque qualcosa di grande, di essere, forse, a mezzo centimetro dalle grandi.

Se oltre ai risultati guardiamo le prestazioni, la progressione della Errigo lascia ben sperare. Ha iniziato ad allenarsi seriamente di sciabola a settembre, a ottobre era già tra le otto in una Open Nazionale, poi un 64 e un 32 in Coppa del Mondo, un passo falso con l’eliminazione nelle qualificazioni ad Atene, il ritorno col suo miglior risultato a Yangzhou, una settimana dopo e a 7 ore di fuso orario dal terzo posto nel suo fioretto, a Long Beach. Qualcuno potrebbe dire che è “tanta roba”, e non avrebbe tutti i torti.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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