Dietro alle scuole storiche della scherma Mondiale, tante piccole realtà in grado di inserirsi nella lotta per la medaglia.
Si riparte da quindici. Come il numero delle nazioni che, due anni fa a Mosca, sono tornate a casa dalla rassegna iridata con almeno una medaglia in saccoccia. In uno sport sempre più globale, tutti i continenti hanno trovato un loro rappresentante sul podio. Sarà così anche a Lipsia? E se ai primi verdetti mancano ormai una decina di giorni, possiamo cominciare a portarci avanti e dare un occhio a quelle realtà che, pur non essendo competitive a 360 gradi come le grandi potenze, possono contare su elementi potenzialmente da medaglia.
È il caso ad esempio della Gran Bretagna: James Andrews Davies e, forse di più, Richard Kruse (quest’ultimo vittorioso a Shanghai nell’ultimo atto di Coppa del Mondo) possono portare la Union Jack sul podio. E, per stare in tema fioretto maschile, Alexander Choupenitch è una buona carta in mano al mazzo della Repubblica Ceca. La quale, dispone anche di una buona squadra di spada maschile, medaglia di bronzo agli ultimi Europei. Altra competizione rispetto all’Europeo, ma squadra solida e pronta eventualmente a giocare il ruolo della guastafeste. Un ruolo che calza a pennello anche per Sandro Bazadze, carta georgiana per la sciabola maschile, mentre è altamente improbabile che la pur brava Theodora Khakhiani regina a sorpresa dell’Europeo di casa, riesca a ripetere l’exploit di Tbilisi.
Ines Boubakri e Sarra Bebses: queste le punte della Tunisia per il Mondiale. Entrambe hanno già provato l’ebbrezza di salire sul podio a livello iridato (per la fiorettista anche il bronzo Olimpico, prima donna africana a riuscire nell’impresa), nel 2014 a Kazan la Boubakri, nel 2015 la ex numero uno al Mondo della spada donne, nel frattempo diventata una solida realtà della disciplina. Dall’Africa all’Asia: con il Giappone in grande ascesa, la Cina comunque pericolosa malgrado un grosso rinnovamento in corso, e la Corea a fare da leader, sul taccuino mettiamo anche un paio di interessanti atleti di Hong Kong, ovvero il campione del Mondo Under 20 di fioretto Cheung Ka Long, e la spadista Kong Man Wai. Senza dimenticare l’Iran, che ha in Mojtaba Abedini una buona carta per le medaglie, oltre a disporre di un quartetto molto solido capace, nella prima tappa stagionale di Dakar, di battere gli azzurri e aggiudicarsi la vittoria finale.
La sfida ai giganti è stata lanciata: in caso di passo falso, ci sono piccole realtà in grado di inserirsi nella lotta. E, perchè no, ambire a guastare direttamente la loro festa.
Twitter: agenna85
Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma