Campione del Mondo individuale dopo aver fatto la riserva a Rio ed essere tornato senza medaglia. La storia di Zherebchenko.
Da eroe Olimpico senza medaglia a una medaglia Mondiale tutta per lui. Questa l’incredibile storia di Dmitry Zherebchenko, laureatosi ieri campione del Mondo nella prova individuale di fioretto maschile. E così, mentre il nostro Daniele Garozzo si coccola la sua medaglia di bronzo, il russo scrive sulle pedane della Leipzig Arena una storia a suo modo bellissima.
C’era anche lui lo scorso agosto quando la Russia guidata a bordo pedana da Stefano Cerioni conquistava l’oro Olimpico a squadre battendo in finale la Francia al termine di un’entusiasmante rimonta. C’era, ma stava in panchina, a seguire le gesta di Alexei Cheremisinov, Artur Akhmatkhuzin e Timur Safin che, assalto dopo assalto, andavano a compiere il loro capolavoro. Un copione perfetto, in cui però non era previsto nemmeno un cammeo per Dmitry: che festeggia con i compagni, ma sul podio a prendere la medaglia non ci sale. Colpa del crudele regolamento Olimpico, che non prevede premio per chi non tira nella prova a squadre. E così agli annali e alla storia ci passano solo i nomi dei tre protagonisti della cavalcata, mentre al ventottenne di Kurchatov (stessa città che ha dato i natali a Inna Deriglazova) tocca la parte davvero poco invidiabile dell’eroe senza medaglia.
Un anno dopo, in Germania la possibilità di riscrivere la storia: una rincorsa lunga, cominciata con i gironi e gli assalti di qualificazione al tabellone principale e poi proseguita fra le pieghe di un tabellone che lo ha visto stendere fra gli altri proprio il suo compagno Cheremisinov e l’argento di Rio Alexander Massialas, che ha capitolato ai quarti di finale. Quindi l’uno-due in salsa giapponese, le ultime pennellate del suo quadro. Il migliore della sua carriera. Sicuramente quello dal sapore più dolce. Come quello del bacio della compagna incinta appena piazzata la stoccata decisiva.
Twitter: agenna85
Fotografia Augusto Bizzi