I fiorettisti: «Un affiatamento così è difficile trovarlo»

Avola, Cassarà, Foconi e Garozzo ci raccontano il loro trionfo Mondiale, insieme al ct Cipressa.

 

Il gradino più alto dell’ultimo podio di Leipzig 2017 è tutto per la squadra italiana di fioretto maschile, che a bordo pedana, e subito dopo aver cantato l’inno, ci ha raccontato la sua impresa.

Un oro sudato vinto da una squadra molto unita

Alessio Foconi – Siamo una squadra compattissima, ci diamo forza, urliamo, gioiamo, siamo come delle furie. Uno di noi fa uno sbaglio, subito l’altro recupera, l’altro sbaglia, subito si recupera. Tutti sbagliamo, perdiamo ma vinciamo lo stesso (ridono, nda). Alla grande ragazzi!

Daniele Garozzo – quest’oro è bellissimo perché viene con dei compagni di squadra a cui sono legato, quindi siamo felicissimi di averlo vinto. Se posso vorrei dedicare quest’impresa ad Andrea Baldini, che l’anno scorso a Rio aveva fatto parte di questa squadra, come ne fa parte ora Alessio, ed ha vissuto quella débâcle che abbiamo vissuto noi tre, questo riscatto vale anche per lui.

Giorgio Avola – Ho ricordato i bei momenti di Londra 2012, stare sotto e recuperare punto a punto, per fortuna è venuta della bella scherma e penso che ce la meritiamo tutta.

Andrea Cassarà –  ringrazio i miei compagni di squadra per avermi fatto vivere questo momento ulteriore della mia carriera, è il terzultimo mondiale e penso che l’Italia sia in ottime mani. Grazie davvero e speriamo di poter continuare così fino a Tokyo 2020. Sono contento ed orgoglioso, ho cambiato tantissimi compagni di squadra, ma l’affiatamento che c’è con questi compagni, questa carica, quanto ci divertiamo, è difficile da trovare. Grazie mille a tutto lo staff della Federazione, a tutti i maestri, a chi ci ha seguito e sopportato durante i ritiri pre-mondiale, dai fisioterapisti ai tecnici delle armi che hanno lavorato tantissimo. Infine grazie a tutti noi che oggi abbiamo concluso l’ultimo giorno dei Mondiali vincendo l’oro e non c’era modo migliore per finire. 

Andrea Cipressa – Sono felicissimo. Abbiamo lavorato tanto sulla gara a squadre, per creare una squadra unita e compatta, che mettesse il cuore in pedana. Siamo partiti come sempre per vincere, consapevoli che si poteva perdere. Abbiamo battuto squadre forti, ci siamo guadagnati questo podio. Non abbiamo avuto canali facili, o avversari forti che nel frattempo avevano perso e liberato il canale, abbiamo battuto la Francia asfaltandola, abbiamo sofferto con gli Stati Uniti ed abbiamo vinto come piace a me, col cuore, lottando senza mai mollare. Oggi siamo stati veramente una squadra, perché si vince quando si è una squadra, tutti uniti.

I ragazzi non si sono mai abbattuti e quando è salito Giorgio ha ribaltato il risultato

Andrea Cipressa – Giorgio è stato meraviglioso, ho voluto dargli fiducia, perché è forte, ma deve crederci. Spero che questa vittoria gli sia servita a convincersi di quanto sia forte e di quanto può essere utile a questa squadra.

Com’è il futuro di questa squadra?

Andrea Cipressa – Questa è una squadra proiettata al futuro, che ha fatto grandi cose ed ha avuto un solo incidente di percorso l’anno scorso alle Olimpiadi. Si può perdere, ahimè, ci sono anche gli altri, non siamo sempre noi che perdiamo sono anche gli altri che ci battono. Oggi li abbiamo battuti noi, e li abbiamo battuti bene.

Giorgio, una vittoria di squadra perché sei sicuramente salito in pedana molto supportato, ma hai riportato la squadra nel match

Giorgio Avola – in verità non è mai abbastanza, io mi devo ancora togliere tanti sassolini dalle scarpe, sono pieno, perché devo vendicare Rio, non dimenticherò mai quel momento e quindi inevitabilmente ogni occasione è buona per suonargliene quattro. Stasera penso che fosse una bella occasione, perché era la finale di un Mondiale che loro non hanno mai vinto, dimostra che per noi quella di Rio è stata solo una débâcle, uno sbaglio. 
A livello personale sono orgoglioso di vendicare pian piano quella che poteva essere la mia Olimpiade, non è ancora finita perché la strada per Tokyo è ancora lunga.

Quando ci siamo parlati, dopo la gara individuale, mi avevi detto che le vostre individualità molto forti dovevano trovare una giusta somma, pensi che oggi sia accaduto?

Giorgio Avola – Assolutamente sì, penso che noi siamo stati una squadra formata da quattro individualità che hanno lottato fino alla fine, che hanno espresso il massimo in situazioni diverse. Io ho tirato i primi due assalti, poi è entrato Andrea, poi sono rientrato io, abbiamo espresso e dato tutto quello che avevamo quindi sono molto contento.

Twitter: @Ariariasally

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Fotografia Augusto Bizzi